Care ascoltatrici e cari ascoltatori, approfittate di questo sabato per andare a Forlì e visitare una mostra di grande attualità, inserita nella rassegna “900fest. Festival di storia del Novecento”, si tratta dell’esposizione “L’offesa della razza. Razzismo e antisemitismo dell’Italia fascista“ allestita nella sala XC Pacifici del Comune fino al 27 ottobre.
Dietro questa importante iniziativa c’è un interesse, quello della Soprintendenza per i beni librari e documentari dell’IBC verso la documentazione sul tema del razzismo e in generale dell’atteggiamento verso il “diverso” in epoca fascista, che si radica sull’attenzione verso i notevoli nuclei archivistici della prima metà del XX secolo conservati nella nostra regione negli Archivi di Stato, negli Archivi storici comunali e i fondi documentari presenti presso le biblioteche e gli istituti storici pubblici e privati.
La mostra, realizzata dall’Istituto e allestita per la prima volta a Bologna nel 2005 e successivamente esposta in varie sedi in Italia, ricostruisce attraverso documenti e testimonianze il razzismo e l’antisemitismo nelle forme che assunsero ai tempi dell’Italia fascista.
È il seguito di un percorso iniziato nel 1994 a Bologna, e poi in molte altre città italiane, con la mostra itinerante “La menzogna della razza. Documenti e immagini del razzismo e dell’antisemitismo fascisti”, proseguito con l’edizione bolognese di “Immagini & Colonie”, e integrata da “L’Africa in giardino. Appunti sulla costruzione dell’immaginario coloniale”, da “I ‘problemi’ del fascismo” e da “Scritture di colonia. Lettere di Pia Maria Pezzoli dall’Africa orientale a Bologna (1936-1949) si tratta di un punto di partenza privilegiato per una riflessione quanto mai attuale nella nostra epoca, che offre grandi opportunità di conoscenza e di contatto fra diverse e lontanissime culture e presenta insieme immensi rischi di arroccamento e chiusura in difesa di presunte purezze. Da qui le sollecitazioni ad approfondire tematiche di pressante modernità e l’interesse riscosso da tali iniziative, tanto che anche questa, come la precedente, e diventata una mostra itinerante e già molte sono le sedi dove è stata esposta.
Per coinvolgere anche un pubblico non specialistico, si è scelto un linguaggio più accessibile e una forma ridotta rispetto alla precedente mostra su “La menzogna della razza” per realizzare uno spaccato di quegli anni e dell’aberrante ideologia razzista e antisemita dell’epoca fascista.
La mostra è stata curata da Riccardo Bonavita, Gianluca Gabrielli e Rossella Ropa.