28 gennaio 2012
Cari ascoltatori abbiamo ripreso a percorrere le Strade dei vini e dei sapori dell’Emilia-Romagna, la bella iniziativa nata nel 1999, a seguito di un progetto speciale degli Assessorati regionali all’Agricoltura e al Turismo e che, a oggi, inizio 2012, conta ben quindici Strade: 2 sul territorio piacentino, 3 in quello parmense, 2 nel reggiano, 2 nel modenese, 2 nel bolognese e poi una strada ciascuna per le rimanenti province di Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Questi itinerari unici che intrecciano arte, natura e gastronomia, costituiti nei principali territori vitivinicoli e ad alta valenza gastronomica della regione, sono perfettamente descritti e trattati nel sito www.strade.emilia-romagna.it.
In questa nuova ricognizione, siamo partiti dalla provincia più settentrionale della nostra regione, da Piacenza per poi scendere, mese dopo mese fino il mare Adriatico. Entriamo ora nella provincia di Parma e incrociamo la Strada del Culatello di Zibello, che ci porterà sulle tracce di prodotti tipici come il Fortana del Taro I.G.T il vino bianco dal profumo fragrante, erbaceo e dal sapore pieno, fruttato, abboccato o amabile, naturalmente frizzante; il meraviglioso Parmigiano Reggiano e dulcis in fundo colui che dà il nome alla strada, il buon Culatello di Zibello.
Alla Strada del Culatello di Zibello si può accedere da più punti. Un itinerario ideale è quello che da Parma, imboccando la statale 343 verso nord, porta a Colorno, prima tappa di questa via del gusto. Da Colorno si parte subito alla grande: questo è l’ingresso orientale della Strada e anche del territorio di produzione del mitico culatello di Zibello, il famoso insaccato attorno al quale ruota il percorso e che viene prodotto in soli otto comuni del circondario.
La “piccola Versailles” – luogo di villeggiatura dei duchi farnesiani – mostra ancora orgogliosa la sua fastosa Reggia, con stucchi, affreschi e boiseries di pregio. All’esterno il Giardino ducale, splendido esempio di giardino alla francese e, attigua al palazzo, la Chiesa di San Liborio, ricca di opere ebanistiche. Interessante, nell’antica aranciaia ducale, il Museo Etnografico della Civiltà Contadina. In zona, produzione di salumi tipici: oltre al culatello si segnala il prete, un gustoso insaccato della tradizione.
Da Colorno, verso occidente, in pochi minuti si raggiunge Sissa, con il suo piccolo castello quattrocentesco e un’antica tradizione salumiera che propone la saporita spalla cruda di Palasone. Sul territorio a nord, Torricella, il più importante porto nautico fluviale parmense sul Po e uno dei principali della regione; a nord-est l’importante area rivierasca dei Boschi di Maria Luigia. Da Sissa, verso settentrione, superato il sinuoso corso del fiume Taro in procinto di gettarsi nel Po, si giunge a Roccabianca, nome quattrocentesco che la leggenda vuole attribuito all’imponente Rocca fatta costruire da Pier Maria Rossi per la sua amata Bianca Pellegrini.
Da qui, puntando verso sud, la Strada propone una visita alla frazione di Fontanelle, paese natale di Giovannino Guareschi, indimenticabile narratore delle storie della Bassa e dei suoi personaggi. Risalendo a settentrione, a Ragazzola l’itinerario piega verso ovest e si dirige a Zibello, epicentro della Strada, paradiso dei buongustai e riferimento geografico del “re dei salumi”. Antico borgo medievale, conserva memorie del periodo dei Pallavicino, signori feudali di queste terre. Da vedere il Palazzo Pallavicino, la Collegiata dei santi Gervaso e Protaso e l’ex convento dei Domenicani, che ospita il Museo del Territorio e della Civiltà Contadina. Oltre al culatello, qui si possono scoprire e assaggiare altre delizie della salumeria, come fiocchetto e mariola.
Da Zibello – sempre col Po sulla destra – a Polesine Parmense il passo è breve. Già nel nome questo comune tradisce un secolare legame col “grande fiume”: i polesini sono infatti quegli isolotti che, trascinati dal fiume ad ogni piena, poi si saldano alla terraferma e la storia di Polesine è da sempre costellata di devastanti inondazioni. Da vedere il Palazzo delle Due Torri, anch’esso costruito dai Pallavicino, e la settecentesca Parrocchiale dedicata ai santi Vito e Modesto. Approdo turistico sul Po per gite in barca o per giri in bici sull’argine maestro, il paese non manca di prendere per la gola i suoi visitatori: impossibile andarsene senza aver assaggiato un po’ di culatello, di strolghino o di gola di maiale.
Poi la Strada piega verso sud, alla caccia di nuove emozioni fatte di storia e cultura. Qui si entra infatti nelle terre universalmente conosciute come “Luoghi Verdiani”, dove nacque il grande compositore Giuseppe Verdi. Tutto, in questa zona, ci parla di lui e della sua genialità artistica. Pochi chilometri e si giunge a Busseto, capitale verdiana nonché antica capitale dello Stato Pallavicino, dove le memorie storiche si confondono con quelle artistiche.
Sulla piazza centrale domina il monumento in bronzo a Giuseppe Verdi, posto davanti alla Rocca, sede municipale, che ospita il prestigioso Teatro Verdi, piccolo gioiello ottocentesco. Nel centro storico altre memorie verdiane nel Palazzo Orlandi, a Casa Barezzi e nell’Oratorio della SS. Trinità nella Collegiata di San Bartolomeo. All’interno di quest’ultima, da vedere il tesoro della Collegiata. Ancora, il Palazzo del Monte di Pietà, sede della Biblioteca del Monte, la Chiesa di S. Maria degli Angeli e la splendida Villa Pallavicino, contenente affreschi e il Museo Civico con cimeli verdiani.
Prima di lasciare Busseto, una tranquilla passeggiata per le strade del paese, fra portici e palazzi nobiliari, permette di fare anche una puntatina nelle salsamenterie del centro per qualche assaggio delle specialità tipiche locali, apprezzate e ricordate spesso dallo stesso Verdi. Ancora luoghi verdiani – quelli dell’infanzia del Maestro – proseguendo da Busseto verso sud-est: Madonna dei Prati, col Santuario della Beata Vergine e, a due passi, Roncole, con la Casa Natale di Verdi (recentemente restaurata) e la Chiesa di S. Michele Arcangelo, dove fu battezzato. A Roncole è sepolto anche Giovannino Guareschi, la cui opera è da scoprire nella Mostra Antologica Permanente a lui intitolata.
Dai luoghi verdiani la Strada prosegue nel suo tragitto verso le antiche corti della pianura parmense. Da Roncole si raggiunge in breve la “signora della Bassa” Soragna e il suo magnifico Castello perfettamente conservato, residenza della famiglia Meli-Lupi, con ricchissimi e sontuosi interni. Interessante una visita al Museo del Parmigiano-Reggiano, realizzato nel casello dello stesso castello, così come non è da perdere una visita alla Sinagoga, con l’annesso Museo Ebraico, che permette di scoprire testimonianze delle antiche e fiorenti comunità ebraiche parmensi.
L’itinerario prosegue verso nord, dove è possibile una visita al Museo Centro del Boscaccio della frazione di Diolo, per piegare poi verso levante e raggiungere San Secondo Parmense, patria della spalla cotta da degustare con abbondanti libagioni di vino fortana.
Il Castello di San Secondo fu residenza dei conti e marchesi Rossi e, oggi, è lo scenario di numerose rievocazioni in costume, fra cui l’annuale Palio delle Contrade. Sul territorio, l’antica Pieve Romanica di S. Genesio e il Santuario della Madonna del Serraglio, lungo la strada che, verso sud, porta a Fontanellato, tappa finale della Strada del Culatello. Fontanellato è dominato dalla mestosa mole della Rocca Sanvitale, uno dei più bei castelli della regione. Ancora circondata dalle acque del fossato, conserva al suo interno numerosi tesori d’arte, fra quadri, mobili e il ciclo d’affreschi mitologici del Parmigianino nella famosa Saletta di Diana e Atteone.
Da vedere anche la Chiesa di S. Croce e, fuori dall’abitato, il Santuario della Beata Vergine del Rosario. Per chi arriva qui la terza domenica di ogni mese, le curiosità di un ricco mercatino dell’antiquariato. Per tutti quanti, i ricordi delle emozioni e dei sapori di un itinerario fra le meraviglie della Bassa parmense.
Potete trovare maggiori informazioni:
strade.emilia-romagna.it