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25 Settembre 2010 | Paesaggio dell'anima

Le bagnanti

Un viaggio in regione attraverso la musica

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri.

25 settembre 2010

Le musiche di questa puntata: Francis Poulenc, Ennio Morricone, Luis Bacalov, Antonio Vivaldi, Le Piment Trio.   

Musica. Francis Poulenc: La baigneuse de Trouville (Charles Dutoit e Orchestra Nazionale di Francia).

Cari ascoltatori, abbiamo accennato la settimana scorsa alla mostra “Parigi. Gli anni meravigliosi” che dal 23 ottobre ci permette di ammirare in Castel Sismondo, a Rimini, una novantina di opere di artisti francesi della seconda metà dell’Ottocento, quando all’accademia del Salon subentrò la rivoluzione impressionista. Parigi sbarca a Rimini, dunque, con i capolavori di Courbet, Bouguereau, Manet, Cézanne, Pissarro, Monet, Renoir, Sisley, alcuni dei quali hanno per tema le bagnanti. Un tema classico della storia dell’arte, quello della donna che si bagna, che si lava. L’acqua, si sa, è femmina, e tra ninfe e Susanne al bagno, dal Rinascimento all’età moderna, è tutto un fiorire di bellezze impegnate nelle abluzioni o che ammiccano allo spettatore, felici nella loro nudità fluviale. Alle bagnanti ottocentesche della Senna si sostituiscono le bagnanti contemporanee della Riviera adriatica. Su di esse non si posano più gli sguardi di un Manet, che ad Argenteuil scrutava le bagnanti nella Senna per farne dei grandi nudi: l’acqua non avvolge più ninfe, veneri o odalische, ma impiegate, commesse, casalinghe, vacanziere patite dell’abbronzatura. La poesia è morta.

Musica. Ennio Morricone: Ninfa plebea.

Sdraiate sui lettini, le bagnanti di Rimini scrutano l’acqua con aria annoiata, tra un giornale di pettegolezzi e la musichetta dell’iPod. Ci voleva la grazia di Fellini per ridare dignità mitologica alla bagnante ne “La città delle donne”, con la scena dei ragazzini che spiano la bagnante dal buco della capanna spogliatoio, e questa che si dirige leggiadra verso il mare, sapendo di essere guardata col suo grande cappello di paglia, mentre Mastroianni finge di nuotare sullo scivolo della memoria … Ah Fellini! Lui avrebbe adorato le carnose, grasse, carnali bagnanti bionde di Renoir; meno – crediamo – quelle di Bouguereau, talmente perfette, con la pelle liscia e diafana, da apparire quasi cimiteriali nella loro immobilità. A Rimini il primo stabilimento balneare aprì nel 1843; nel 1993, per il 150° anniversario dei Bagni di Rimini, l’illustratore riminese Renato Zavagli, diventato celebre nel mondo della moda col nome d’arte di René Gruau, realizzò un manifesto pubblicitario dal fascino antico, così come quello del 2000, intitolato “Bagnante misteriosa”. In effetti, la bagnante, se non è misteriosa, che bagnante è?  

Musica. Luis Bacalov: La città delle donne (colonna sonora del film di Fellini).

E finalmente arrivarono le bagnanti di Manet, negli anni meravigliosi della Parigi del secondo Ottocento; arrivarono Olympia e le colazioni sull’erba a liberare gli artisti dalle convenzioni accademiche. Basta con gli dei e le dee nella loro olimpica fissità, nelle loro nudità di statua inanimata, di carne marmorea! Arrivarono i sogni nella bellezza verdeggiante della natura, i bagni nei fiumi, l’amore all’aria aperta, scomposto e inebriante, non più prigioniero del decoro urbano. La pelle delle bagnanti, non più diafana, ammette il peso della vita. I pittori dipingono ciò che vedono, non ciò che idealizzano. E le bagnanti diventano la rappresentazione di una sensualità moderna, aggressiva e ambigua, come suggerisce il contatto con la natura.   

Antonio Vivaldi: La fida ninfa (Sinfonia, RV 725: I. Allegro).   

Lasciamo la mostra di Rimini per un ultimo giro in Riviera. Le limpide giornate di fine settembre annunciano l’autunno, la sua vaga malinconia. I giorni si accorciano, gli ombrelloni si chiudono, la spiaggia si svuota. Ai chioschi delle piadine e alle gelaterie si affacciano gli ultimi vacanzieri. Le barche sono tirate in secca, i gabbiani volteggiano sul porto canale privi di spettatori. Si sente in lontananza un valzer, portato da un leggero vento d’occidente. Musica tradizionale popolare rivisitata e corretta con l’aggiunta della ritmica, dal gruppo folk bolognese Le Piment Trio, che porta echi di Francia, di Occitania e di Appennini.   

Musica. Le Piment Trio: Valzer francese.

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