31 maggio 2013
Omicidi della malavita, tragici incidenti stradali, devastanti incendi di caseggiati popolari sono i principali soggetti degli scatti in bianco e nero illuminati dal flash del fotografo Weegee (1899-1968), vero nome Usher Felling, giunto in America dall’Austria nel 1909, e attivo a New York come fotoreporter freelance fin dai primi anni ’30, dopo una breve esperienza come assistente di camera oscura (uno “squeegee boy”, da cui il soprannome “weegee” che lo accompagnò tutta la vita).
“Le mie foto sono come un blitz”, diceva il fotografo. Lo testimoniano a Palazzo Magnani gli oltre 100 scatti intensamente drammatici di crimini e fatti di cronaca di New York, che gettano le basi di quello che verrà poi definito giornalismo da tabloid.
Il suo nome col tempo divenne letteralmente leggenda, tanto che il regista Stanley Kubrick arrivò ad affermare, riferendosi ai primi anni della sua carriera, che una delle fonti della sua ispirazione era stato proprio il fotografo Weegee. E Kubrick lo volle persino come consulente per le riprese nel 1958 del film “Il dottor Stranamore”.
Il titolo della mostra a Reggio Emilia riprende alla lettera quello dell’esposizione che Weegee curò per se stesso alla Photo League nel 1941, Murder is My Business (L’omicidio è il mio lavoro) e come allora intende gettare luce sulla violenza e il caos urbano della metropoli, soggetti al centro della prima produzione artistica del fotografo. Come fotoreporter freelance in un’epoca in cui New York contava almeno otto quotidiani e le agenzie di stampa iniziavano allora a gestire immagini fotografiche, Weegee si trovò davanti la sfida di catturare immagini uniche di eventi che facessero notizia per poi distribuirle velocemente. Lavorava quasi esclusivamente di notte, partendo dal suo minuscolo appartamento di fronte alla Centrale di Polizia non appena la sua radio – sintonizzata sulle frequenze della polizia – lo informava di un nuovo crimine. Arrivando spesso prima delle stesse Forze dell’Ordine, Weegee ispezionava con attenzione ogni scena per trovare l’angolazione migliore. Gli omicidi, sosteneva, erano i più facili da fotografare perché i soggetti non si muovevano mai e non si agitavano.
La mostra è curata da Brian Wallis, curatore dell’International Center of Photography di New York, istituzione a cui la compagna di Weegee, Wilma Wilcox, donò nel 1993 l’intero archivio del fotografo, composto da circa 20.000 stampe, oltre a quotidiani, riviste e film dell’epoca.
L’esposizione reggiana propone i suoi primi lavori nel contesto della loro presentazione originaria – su testate giornalistiche e in mostre storiche – e oggetti personali, tra cui la sua fotocamera e il cappello, oltre ai suoi più celebri cataloghi fotografici. Presenta inoltre ricostruzioni parziali dello studio di Weegee e della leggendarie mostre presso la Photo League, l’importante associazione fotografica che promuoveva fotografie politicamente impegnate, in particolare delle classi operaie.
La carriera in ascesa di Weegee come fotografo negli anni ’30 coincise con il periodo culminante della Murder Inc., una gang che forniva sicari a pagamento ai boss della malavita newyorkese, per lo più italiani.
Il fotografo spesso lavorava a fianco della polizia, ma aveva anche stretto amicizia con criminali di alto livello come Lucky Luciano e Legs Diamond.
Nel 1941, Weegee allestì due mostre consecutive alla sede centrale della Photo League. Questa visibilità contribuì ad affermare la sua crescente reputazione come fotoreporter, tanto che iniziò ad apporre sulle sue stampe la dicitura “Weegee il famoso”. Il diffuso apprezzamento dello stile intenso della sua fotografia, che non disdegnava soggetti provenienti dalle classi più basse e racconti intrisi di umanità, portò all’acquisizione dei suoi lavori da parte del Museum of Modern Art e la sua inclusione in due mostre collettive nel museo stesso, nel 1943 e nel 1945.
Come ci ricorda il curatore Brian Wallis “Weegee è stato spesso liquidato come fotografo ingenuo, ma in realtà è stato uno dei fotoreporter più originali e intraprendenti degli anni ’30 e ’40. Le sue fotografie di New York negli anni della Depressione devono essere prese in maggiore considerazione, alla pari del lavoro di altri documentaristi degli anni ’30, quali Dorothea Lange, Robert Capa, Walker Evans e Berenice Abbott”.
WEEGEE. Murder Is My Business
3 maggio – 14 luglio 2013
Palazzo Magnani, Reggio Emilia
Orari:
10.00 – 13.00 / 15.30- 19.00 – sabato e festivi 10.00 – 19.00
dal 25 giugno al 14 luglio: 16.00 – 23.00
Apertura straordinaria 2 giugno ore 10-23
Ingressi:
Intero € 9,00; Ridotto € 7,00; Studenti € 5,00