Cari ascoltatori, ben ritrovati da Marina Leonardi.
Dedichiamo questa rubrica della sezione Cultura e gusto alle Strade dei vini e dei sapori dell’Emilia Romagna, una bella iniziativa che ha preso vita a partire dal marzo del 1999, a seguito di un progetto speciale della Regione. Le Strade dei vini e dei sapori che nascono dagli assessorati regionali all’Agricoltura e al Turismo, sono contraddistinte da segnaletica uniformata e cartoguide dettagliate. Si snodano nei principali territori vitivinicoli e ad alta valenza gastronomica della regione, col coinvolgimento delle 9 province dell’Emilia-Romagna. La Regione ne disciplina il riconoscimento e ne incentiva le iniziative, attraverso la concessione di contributi finalizzati ad allestire la segnaletica, punti informativi e didattici, laboratori dimostrativi artigianali, musei e mostre permanenti, centri di degustazione.
Le Strade dei vini e dei sapori dell’Emilia Romagna sono attualmente quindici e sono distribuite su tutte le province della Regione.
Partiamo dalla Strada più settentrionale, percorriamo questo mese la Strada dei vini e dei sapori dei colli piacentini, ricca di prodotti indimenticabili dai vini tantissimi e tutti ottimi, bianchi e rossi, ne citiamo diversi, sappiate che sono molti di più: Monterosso Val D’Arda, Gutturnio, Trebbianino Val Trebbia, Barbera, Valnure, Bonarda, vari tipi di Pinot, Malvasia, Cabernet Sauvignon, Sauvignon, Ortrugo, Chardonnay, Vin Santo Di Vigoleno. Lungo questo bell’itinerario troverete poi i salumi, per cui il piacentino è altrettanto famoso, la Coppa piacentina Dop, la Pancetta piacentina Dop, il Salame piacentino Dop e poi i formaggi, il Grana Padano Dop e il Provolone Val Padana Dop. E poi ancora la frutta antica, mele, pere e varietà tradizionali, il pomodoro, la patata, il tartufo e gli ottimi tortelli con la coda.
E ora che sapete cosa portare a casa da una bella gita su questi colli ecco a voi l’itinerario che potrete seguire per toccare i luoghi più belli.
La Strada dei vini e dei sapori dei Colli Piacentini è accessibile da Fiorenzuola d’Arda o da Castel San Giovanni. Da quest’ultima porta si entra subito nel cuore pulsante delle terre del vino a due passi dal Po e dal vicino Oltre Po Pavese. Castel San Giovanni, antico centro mercantile e sede di un castello scomparso, è il luogo di produzione dell’omonima robiola piccante. Da vedere la Collegiata trecentesca e le sorgenti naturali di Fontana Predosa. Qui inizia la salita della Val Tidone, lungo la via del gusto e dei castelli. Verso sud, con una puntata nell’antica Vicobarone e le sue rinomate cantine, si entra nel territorio di Ziano Piacentino, fra colline ammantate di vigneti con le vestigia di un’antica fortezza di frontiera.
Da qui, sfruttando alcune diramazioni fra le colline di bassa valle, si giunge a Borgonovo Val Tidone, antico feudo la cui rocca duecentesca fu dominio di numerose famiglie. Da vedere, fra un assaggio di chis`ola (la tradizionale focaccia della zona) e l’altro, la Collegiata gotico-lombarda. Ancora verso sud, nella media valle, Pianello Val Tidone, antica capitale del piccolo stato dei Dal Verme con la rocca municipale sede del Museo archeologico. Dai residui delle antiche foreste che ricoprivano la zona, su uno sperone di roccia si erge la Rocca d’Olgisio, uno dei più bei monumenti piacentini, possente baluardo difensivo dello “stato vermesco”.
Da Pianello, risalendo la valle, la Strada si spinge fino a Nibbiano, antico borgo che ancora conserva interessanti scorci medievali nelle abitazioni e nella torre all’ingresso del paese. Quassù, fra boschi che traboccano oltre i confini regionali, si possono facilmente trovare tartufi e frutti del sottobosco.
Ritornati a Pianello, il tragitto della Strada piega verso levante dirigendosi nella valle del Luretta, affluente del Tidone. Qui s’incontra il centro di Piozzano, il cui territorio, ricco di boschi, vigneti, rocce ofiolitiche e sorgenti, si spinge fino ai primi rilievi appenninici. Seguendo il corso del Luretta verso nord, troviamo poi Agazzano e Gazzola, nel cui territorio sorge il magnifico castello di Rivalta, abitato da secoli dalla famiglia Zanardi Landi.
Riconoscibile dalla grossa torre cilindrica, ospita il Museo delle uniformi e della Battaglia di Lepanto. Lasciata Rivalta, seguendo il corso del fiume verso sud, si giunge a Rivergaro, teatro di lotte medievali, che conserva chiese e ville interessanti. A nord del capoluogo, il castello di Niviano e, a sud, i castelli di Statto e di Montechiaro.
Qui la Strada dei vini, che coincide con la scorrevole statale 45 che da Piacenza risale la Val Trebbia, propone una variante alla scoperta del Medioevo profondo. Pochi chilometri e s’incontra Travo, luogo d’insediamenti neolitici, il cui castello ospita la sede-laboratorio del Museo archeologico di Parma. Lasciandosi alle spalle i vigneti che producono le uve bianche per il Trebbianino Doc, si risale rapidamente la valle fino ad arrivare, in una conca del fiume, all’importante città d’arte di Bobbio, con l’antichissima abbazia di San Colombano, una delle principali sedi religiose dell’Italia altomedievale. Il simbolo di Bobbio è il celebre ponte Gobbo, undici arcate curiosamente disuguali nate, come vuole la leggenda, da una sfida tra il Santo e Satana.
Il borgo, di stampo medievale, è cresciuto intorno al monastero e all’abbazia di San Colombano, sede dell’omonimo Museo. Da vedere anche il duomo e il poderoso mastio del castello. Bobbio è ricca di vegetazione e di acque, ma anche di tartufi e di funghi, ed è conosciuta come “città delle lumache” a cui è dedicata anche una sagra.. Poco distante è il comune di Coli, punta meridionale estrema della Strada. Ieri antica cella monastica di San Colombano, oggi rinomato posto dove andare per funghi e castagne.
Ricongiungendosi all’asse principale del percorso a Rivergaro, si entra nella Val Nure,verso il conosciutissimo borgo di Grazzano Visconti, dalle singolari ambientazioni “revivalistiche” neo-medievali, create ai primi del Novecento da un vasto complesso agricolo aziendale sulle spoglie di un castello preesistente. Poco lontano, nell’alta pianura, il centro di San Giorgio Piacentino, antico insediamento longobardo che conserva un bel castello turrito di prima del Mille.
Da Grazzano, verso sud, si raggiunge il comune di Vigolzone, luogo di importanti ritrovamenti archeologici, che si distingue per un bel castello trecentesco e dove ogni anno si celebrano i famosi tortelli con la coda tipici del piacentino che qui, dove si dice che siano nati nel lontano 1351 sono tutelati dal marchio De. Co. ovvero Denominazione Comunale. Ancora verso sud, Ponte dell’Olio, sulle rive del Nure, luogo strategico e di transito del prodotto dei frantoi liguri (l’olio da cui il nome), che presenta una possente fornace con tre torri e un castello a pianta triangolare.
A questo punto l’itinerario del gusto piacentino fa un’ulteriore digressione a meridione fino ad arrivare a Bettola, centro rinomato per la produzione di salame e coppa. Formato da due borghi, al di qua e al di là del Nure, mostra interessanti luoghi di culto e un monumento a Cristoforo Colombo, che qualche storico ritiene nato da queste parti.
Da Ponte dell’Olio la Strada punta verso il settore orientale della provincia piacentina, per fare tappa a Carpaneto Piacentino, nella fertile valle del Chero, coi begli affreschi della chiesa parrocchiale e, sul territorio, i castelli di Cerreto, Zena, Magnano e il complesso di Travazzano, collocato in una zona di estesi vigneti. Ci si dirige poi con decisione verso sud, a caccia di emozioni a Gropparello, sede di un fiabesco castello su uno sperone di roccia immerso in un parco secolare.
Le emozioni sono quelle del Parco delle fiabe, il primo parco emotivo d’Italia, e della leggenda di un fantasma vivente nel castello.
A poca distanza da qui, Veleia Romana, una delle più importanti testimonianze archeologiche del nord Italia.
Scendendo da Gropparello, dopo una tappa alle meraviglie romaniche di Vigolo Marchese, sulle rive del Chiavenna, piegando verso est si entra nella bassa Val d’Arda e si giunge alla bellissima città d’arte di Castell’Arquato, un borgo medievale ancora intatto di grande impatto scenografico.
Da vedere la Rocca, il palazzo Pretorio e la Collegiata, tutti sulla piazza alta, il Museo Geologico dell’Ospedale vecchio e il Museo della Collegiata. Da non mancare un passaggio all’Enoteca comunale per un assaggio di Monterosso Doc.
La Strada dei vini adesso procede di nuovo verso monte, lungo l’antico tracciato della Via Francigena piacentina, raggiungendo Lugagnano Val d’Arda, centro di produzione della coppa piacentina collocato tra le formazioni calanchive plioceniche della Riserva naturale geologica del Piacenziano.
Attraversato l’Arda, sul crinale che lo separa dall’Ongina, s’incontra Vernasca, nel cui territorio si sviluppa il Parco regionale fluviale dello Stirone. Affacciato su questa vallata ai confini col parmense, il borgo di Vigoleno, uno dei più belli di tutta la provincia. Da qui si dominano i vigneti del Vin Santo Doc e forti sono le suggestioni fra la piazza , le chiese romaniche ed il mastio del castello che ospita un percorso informativo e fotografico sull’architettura del borgo.
Il viaggio sta per concludersi. Puntando verso nord-est, si entra nel territorio di Alseno e, dopo una visita al borgo di Castelnuovo Fogliani con l’interessante, omonimo palazzo, si raggiunge il capoluogo collocato sulla Via Emilia col suo castello quattrocentesco.
Dopo tante colline, l’alta pianura chiude il percorso con un ultimo gioiello: l’abbazia cistercense di Chiaravalle della Colomba. La basilica e il magnifico chiostro sono di grande effetto, il luogo ideale per un appagante approdo e una nuova partenza.
Potete trovare maggiori informazioni: http://strade.emilia-romagna.it/web/strade.php