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10 Dicembre 2013 | Archivio / Protagonisti

Luigi Musini, il patriota dei contadini

Medico e politico, lottò per migliorare le condizioni di vita nelle campagne emiliane.

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri.

10 dicembre 2013

Cari ascoltatori, oggi vi parliamo di un uomo che avrebbe potuto condurre un’esistenza tranquilla e borghese da medico di campagna, ma lottò tutta la vita per i suoi ideali. Fece il medico, sì, ma non dimenticò mai di essere, innanzitutto, un garibaldino, votato agli ideali di libertà, uguaglianza e fratellanza nei confronti delle classi povere. Parliamo di Luigi Musini, nato a Samboseto di Busseto, nelle terre cerdiane, nel 1843 e morto a Parma nel 1903, dopo aver attraversato tutti i fermenti risorgimentali e l’altrettanto difficile periodo post-unitario.

La sua vocazione politica cominciò – scrisse – con “il dolorosissimo fatto di Aspromonte, che mi fece comprendere da qual parte stesse il diritto, la giustizia, la libertà, da quale l’usurpazione, l’ingiustizia, la tirannide”. Nel 1862 Luigi Musini ha  solo 19 anni, ma una vita già ricca di avvenimenti. Tre anni prima, nel 1859, interrompendo sedicenne gli studi liceali, si era arruolato con il consenso del padre e nonostante una malformazione ai piedi, come volontario nelle file dell’esercito sabaudo, per combattere contro l’Austria. Alla partecipazione alla Seconda Guerra d’Indipendenza, era poi seguito nel 1860 il tentativo, non riuscito, di prendere parte alla spedizione dei Mille.  “Il dolorosissimo fatto d’Aspromonte” segna dunque  per il giovane una  presa di coscienza decisiva, che lo farà restare per tutta la vita repubblicano e socialista, garibaldino e mazziniano, un patriota che lotta a favore delle classi più disagiate.

Musini, figlio di un medico condotto, aveva avuto modo di conoscere attraverso il padre le drammatiche condizioni di vita nelle campagne emiliane. Si laureò a sua volta in medicina  a Bologna nel 1869 con una tesi sugli effetti dell’alcool sull’organismo. Nel corso della sua intensa vita fu giornalista, uomo politico e parlamentare, ma prima di tutto garibaldino, come riportano le molte pagine del suo diario dedicate agli anni giovanili e appassionati. Dopo il fallito tentativo di arruolarsi con i Mille, partecipa nel 1866, tra le file garibaldine, alla Terza Guerra d’Indipendenza. L’anno successivo, durante la spedizione su Roma, è tra i protagonisti dell’episodio di Villa Glori. Combatte a Monterotondo e a Mentana. Nel 1870, di nuovo nelle file garibaldine come ufficiale medico, partecipa alla campagna di Francia dove  avrà al suo fianco come infermiera Jessie White Mario, patriota di origine inglese.  Proprio per la sua partecipazione alla campagna di Francia, Musini riceverà dallo Stato francese il riconoscimento della Legion d’Onore.

Nel 1878 Musini  ha  una sua condotta medica  a Zibello, un piccolo paese sulla riva destra del Po, oggi celebre per il culatello. In quegli anni le condizioni di vita nelle campagne sono drammatiche: miseria, analfabetismo, pellagra. Sono anche anni di crescenti fermenti politici e sociali: le società di mutuo soccorso, gli scioperi contro la tassa sul macinato. Musini, che qualche anno prima aveva fondato la Società democratica di Borgo San Donnino, di fronte a tutto questo non rimane certo a guardare. Al  centro del suo impegno vi sono anche i temi della scuola e dell’istruzione. Nel 1884 viene eletto in Parlamento nelle file socialiste insieme con Andrea Costa. Sempre insieme a Costa allo scoppio dell’epidemia di colera tra l’84 e l’85  presta la sua attività di medico a Napoli e a Palermo. Rieletto deputato nel 1889, si dimette in segno di solidarietà con l’arresto di Costa.

Musini svolge anche un’intesa attività pubblicistica. La sua creatura più amata è  Il Fidentino, testata che fonda nel 1876 con il motto “Uno per tutti, tutti per uno”. Ma  i suoi interventi compaiono su numerose testate italiane e straniere: da ll Presente di Parma, a El Siglo di Montevideo a L’Operaio italiano di Buenos Aires.  Scrive su La Lega della Democrazia, su L’Avanti, Il Ventunesimo Secolo, Il Milite dell’Umanità.
Musini si definì “volontario garibaldino ed educatore del popolo” per il suo impegno politico e sociale a favore dei contadini che la crisi agraria spingeva via dai campi, sulle navi per le Americhe. La cura del corpo, per questo medico, era anche la cura delle condizioni sociali, affinchè tutti potessero vivere degnamente sulla loro terra. Un esempio di impegno, il suo, valido ancora oggi. Nel Museo del Risorgimento di Fidenza, a lui intitolato, è custodita la Legione d’Onore di Francia che inorgoglì i suoi anni giovanili.

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