21 maggio 2010
Cari ascoltatori vi parliamo oggi del fotografo africano Malick Sidibé e della sua mostra La Vie en rose organizzata dalla Collezione Maramotti nell’ambito della Fotografia Europea, di Reggio Emilia. La mostra a cura di Laura Serani e Laura Incardona La Vie en rose è la più importante mostra dedicata in Italia fino ad oggi al fotografo africano Malick Sidibé.
Sono oltre cinquanta le immagini in bianco e nero realizzate negli anni Sessanta e Settanta che documentano un periodo fondamentale della storia del Mali: il Paese, ottenuta l’Indipendenza, è percorso da nuove energie e da nuove dinamiche culturali e sociali. Sidibé racconta le notti di Bamako, le feste nei club dai nomi esotici, i balli sulle note della musica occidentale e la voglia di vivere dei giovani. Parallelamente sono esposte una serie di immagini legate al suo lungo lavoro sulla ritrattistica in studio nella quale ha sempre cercato di restituire spontaneità e bellezza dei soggetti ritratti anche attraverso una personale dinamica relazionale con le persone.
Da non perdere anche il video, La dolce vita africana, presente in mostra, per scoprire l’opera e la personalità di questo grande fotografo.
Vi facciamo ascoltare l’intervista realizzata con Sidibè in occasione dell’apertura della mostra.
Con i suoi scatti lei ha saputo descrivere in modo vivido la dolce vita africana, la storia di Bamako, gli anni Sessanta e Settanta subito dopo l’indipendenza del Mali. Quanto ritiene importante il suo contributo nel far vedere questo lato del Mali e dell’Africa troppo spesso legata al dolore e alla povertà?
A Bamako oggi, si respira lo stesso entusiasmo di quegli anni?
Dalla fine degli anni Settanta lei si dedica prevalentemente ai ritratti in studio. Che tipo di rapporto stabilisce con i suoi soggetti per catturare, cogliere così in poco tempo l’essenza della loro personalità?
Nel 1994, durante la prima edizione dei Rencontres de la Photographie de Bamako autori e critici occidentali scoprono il suo talento e in breve tempo musei e gallerie di tutto il mondo espongono il suo lavoro. Sono tanti i premi assegnati e vinti e sono numerose le pubblicazioni e i libri sul suo lavoro apparsi in Europa, Stati Uniti e Africa. Questi avvenimenti hanno influenzato in qualche modo il suo lavoro?
Che cos’è per lei la fotografia?
All’interno della Collezione Maramotti c’è anche la ricostruzione dello Studio Malick dove lei ha realizzato una serie di scatti. E’ riuscito a stabilire con i soggetti lo stesso contatto e con la stessa facilità che stabilisce con i soggetti a Bamako?
Che cosa rappresenta essere di nuovo in Italia e alla collezione Maramotti?
La mostra, ad ingresso libero, è visitabile dal 9 maggio al 31 luglio 2010 negli orari di apertura della collezione permanente.
Orari di visita:
Giovedì e venerdì 14.30 – 18.30
Sabato e domenica 9.30 -12.30 e 15.00-18.00
Per maggiori informazioni www.collezionemaramotti.org
Traduzione di Laura Incardona, curatrice della mostra