31 gennaio 2014
Cari ascoltatori,
la mostra di cui vi parliamo oggi rischia di riservarvi più di una bella sorpresa. Innanzitutto il luogo dove è allestita, il Mast, acronimo di Manifattura Arti Sperimentazione Tecnologia, una sorprendente cittadella della cultura industriale, voluta con spirito visionario e lungimirante dall’imprenditrice bolognese Isabella Seragnoli. Gli spazi della Fondazione Mast, una sorta di Beaubourg per presenza architettonica e impatto nel tessuto urbano e culturale della città, sorgono in un’area industriale dimessa, in via Speranza. Inaugurati in ottobre, non ancora tutti attivi, gli spazi – un auditorium, una galleria espositiva, un asilo nido, una palestra, un ristorante – e le attività che saranno proposte sono stati pensati per essere un concreto ponte tra l’impresa e la comunità. Torneremo a parlarvene tra un paio di mesi quando saranno tutti definitivamente operativi.
Nel frattempo Mondi industriali 014 è l’occasione per apprezzare la Gallery espositiva che ospita questa importante mostra, una selezione di opere della Collezione di fotografia industriale della Fondazione, unica nel suo genere. Si tratta del secondo appuntamento con le opere della collezione, curata dal tedesco Urs Sthael, dopo la selezione presentata alla prima Biennale foto/industria.
Mondi industriali 014 propone 243 scatti di 46 fotografi, molti grandi artisti accanto ad anonimi addetti alla documentazione aziendale.
La mostra offre la possibilità di ampliare lo sguardo sul mondo della fotografia industriale che a molti di noi può far pensare a qualcosa di freddo e documentaristico, quasi banale. In realtà in questo genere, che solo per certi versi si può definire tale, perché tanti generi attraversa, potrete trovare foto di paesaggio, ritratto, still life e documentazione sociale.
Molti grandi dell’obiettivo si sono cimentati su commissione con la fotografia industriale. Con risultati di notevole qualità, grazie anche a budget importanti. Pensiamo solo al giovane Robert Doisneau, ‘autore del famoso bacio parigino tra un’infermiera e un marinaio, che prima di essere licenziato per assenteismo era il fotografo industriale della officine Renault. In mostra ci sono alcune sue foto realizzate per il marchio francese.
Per molto tempo le foto delle fabbriche sono state trattate con indifferenza, a volte anche buttate, solo da pochissimo sono state rivalutate, e questa mostra, con la sua lettura organizzata per argomenti, ci regala una nuova finestra per guardare al mondo dell’industria e alla sua auto rappresentazione, così connesso alla vita delle persone. Queste foto parlano dei lavoratori, dei prodotti, della fabbrica, ma anche di tutti noi, dando conto dell’avvenuta mutazione del paesaggio umano e industriale, quantomeno della sua rappresentazione, dagli esordi della rivoluzione industriale, dalle facce sporche di carbone dei minatori agli asettici spazi di produzione contemporanei che ricordano le ambientazioni immaginate qualche decennio fa da Stanley Kubrik.
Urs Sthael ha organizzato l’esposizione in cinque aree tematiche: il ritratto dei lavoratori e l’immagine del paesaggio industriale, il teatro della produzione industriale un tempo e oggi, la sezione “Chiaroscuro” che racconta il passaggio dall’estrema visibilità della fabbrica, nera, infuocata e piena di esseri umani, ai padiglioni bianchi, vuoti e scintillanti dei nostri giorni. E ancora la sezione “Visibilità/invisibilità” che propone un raffronto tra gli imponenti e rumorosi macchinari e i muti strumenti di produzione odierni e, a concludere il percorso la parte dedicata ai flussi di energia e di dati, elementi di cui nessun processo industriale può fare a meno. Oltre a quelli di Doisneau troverete in mostra gli scatti di denuncia sociale di Lewis Hine che raccontano le facce degli immigrati italiani di inizio Novecento appena sbarcati in America, la serie Maquettes /Ligths del giapponese Hatakeyama, esposta per la prima volta in Italia e dedicata alle luci della metropoli, le stampe di Guido Guidi, nitide e assolute, le visioni futuristiche di Henrik Spohler. Per dire solo di alcuni. La mostra, a ingresso libero, è aperta fino al 30 marzo e vale tutto il piccolo viaggio fino a via Speranza.
Mondi Industriali 014
aperta fino a domenica 30 marzo
orario: martedi – sabato 10.00 – 19.00.
Ingresso libero