Può il giallo italiano competere col thriller made in Usa? L’editore Garzanti ha scommesso di sì e ha aperto le porte della collana Elefanti Thriller, fino ad ora riservata ad autori stranieri, ai noir dello scrittore emiliano Giuseppe Pederiali. Nei suoi gialli, che vedono come protagonista l’investigatrice Camilla Cagliostri, l’autore riesce a sposare una ambientazione caratterizzata e riconoscibile, spesso una Padania ricca e inquieta, con un plot serrato e ricco di suspence.
Nato a Finale Emilia, Giuseppe Pederiali vive e lavora a Milano. Ha esordito come narratore alla fine degli anni Sessanta e si è affermato nel genere storico fantastico con la trilogia Le città del diluvio (1978), Il tesoro del bigatto (1980), La compagnia della selva bella (1983), nella quale fa un uso assai gradevole di una lingua fantasiosamente popolana combinando abilmente la semplicità dell’avventura e l’ambiguità della metafora. È autore di romanzi ambientati durante il fascismo e di numerosi racconti per ragazzi. Pederiali collabora con il cinema, la radio e la televisione. I suoi libri sono tradotti in Germania, Inghilterra, Russia, Francia e Giappone.
Emiliano oltre che di nascita anche di cultura, Pederiale si sente nipotino a un tempo di Ludovico Ariosto e Lazzaro Spallanzani. La sua narrativa combina abilmente la semplicità dell’avventura e l’ambiguità della metafora.
Ma lasciamo la parola a Giuseppe Pederiali che abbiamo qui al telefono.
Pederiali buongiorno
Lei è emiliano, nei suoi libri si ritrovano spesso atmosfere e personaggi della sua terra. In uno dei suoi romanzi più recenti, Camilla nella nebbia si legge una critica neanche troppo velata all’opulenza delle città emiliane, ci conferma questa sensazione?
Cos’è per lei l’emilianità?
Pensa che questa peculiarità sia destinata a scomparire?
Oggi non più?
Emilia e Romagna, c’è una grande differenza?
Ma tra cugini andiamo d’accordo…
Pederiali grazie e buon lavoro