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19 Giugno 2006 | Archivio / Protagonisti

N°17-I PROTAGONISTI DI IERI E DI OGGI

Livio Zambeccari, eroe romantico

Nasce nel 1802 a Bologna da una nobile famiglia senatoria. Nel 1821 ottiene il diploma di baccelliere con lode alla Facoltà Legale dell’Università di Bologna e si lega al movimento della Carboneria. 

Dopo i moti del ’21 parte per la Spagna e dopo la capitolazione di Siviglia si reca in Francia e successivamente in Inghilterra. Nel 1826 si imbarca per l’America Meridionale. Arriva a Montevideo, poi si trasferisce a Buenos Aires. Gli anni seguenti compie studi naturalistici, si dedica all’organizzazione delle forze clandestine sulla scorta delle sue esperienze nella Carboneria e compone l’Inno alla Libertà, il cui testo è custodito a Bologna nel Museo Civico del Risorgimento.


Nel 1831 dopo la vittoria delle forze di Rocas, Zambeccari abbandona l’Argentina e si reca nel Rio Grande do Sul, dove si stanno organizzando i primi movimenti che porteranno alla guerra Farroupilha. I farrapos o farroupillhas, che in portoghese significa pezzenti, straccioni, diedero vita nel 1835 a una rivolta contro il potere imperiale e la sua politica fiscale. Zambeccari diventa uno dei sette capi fondatori della Repubblica del Rio Grande do Sul, che nasce con il contributo delle sue idee carbonare e mazziniane. Tra i combattenti farrapos ci sono altri rivoluzionari italiani tra cui Giuseppe Garibaldi.


Il primo successo della rivoluzione è la conquista della città di Porto Alegre, la più popolosa della regione. La prima traccia della presenza di Zambeccari a Porto Alegre è un articolo contenuto nel periodico” Costitucional Riograndense” del 15 gennaio 1832, in cui si riferisce del conte bolognese impegnato nella misurazione dei territori dell’appena proclamata Repubblica Riograndense. Della Repubblica Zambeccari diviene segretario ed è anche Capo dello Stato Maggiore di Bento Gonçalves. In questa veste prende parte alla Battaglia del Fanfa dove però le truppe imperiali ottengono una grande vittoria. Vengono fatti prigionieri Bento Gonçalves, Onofre Pires e lo stesso Zambeccari. Per Zambeccari la battaglia del Fanfa segna la fine della sua partecipazione attiva alla rivoluzione. Rinchiuso nella Fortezza di Santa Cruz a Rio de Janeiro, traduce testi in lingua portoghese, disegna e fa stampare la mappa del Rio Grande del Sud, una delle più complete dell’ epoca.Nel 1839 gli viene concessa la libertà a condizione che ritorni in Europa



All’epoca in cui vi arriva Zambeccari, la regione del Rio Grande do Sul conta 400 mila abitanti, in gran parte coloni e nuovi immigrati. È un territorio di frontiera, povero, quasi isolato dal resto del paese, la cui economia si fonda sull’allevamento del bestiame, per la maggior parte in mano a latifondisti. La manodopera schiava rappresenta una risorsa fondamentale per la regione, dove i neri sono il trenta per cento della popolazione.


Tutta la regione tra la metà del XVIII e la metà del XIX secolo è teatro di battaglie per il possesso di territori tra spagnoli e portoghesi e di conseguenza è la zona più militarizzata del Brasile. Le terre di frontiera vivono in costante pericolo e subiscono frequenti assalti da parte di truppe non regolari provenienti da altri stati. Si crea così nella regione una sorta di cultura militare; nella campagna i gauchos (i lavoratori stagionali, senza lavoro fisso, cioè quasi tutti gli abitanti del Rio Grande del Sud) imparano cavalcare e ad adoperare le armi.In questo clima cresce un’insoddisfazione generalizzata per la politica economica dell’impero centrale brasiliano, che porterà alla Rivoluzione Farroupilha e poi alla Repubbli del Rio Grande do Sul.



Durante la prigionia di Zambeccari, Giuseppe Garibaldi, rifugiatosi per motivi politici in Brasile, si trova a Rio de Janeiro. Venendo a conoscenza della reclusione del compatriota, assieme a Luigi Rossetti si reca alla Fortaleza de Santa Cruz. Probabilmente convinti da Zambeccari, Garibaldi e Rossetti partono da Rio de Janeiro per andare a combattere in difesa della libertà del Rio Grande do Sul. Garibaldi diviene il responsabile della riorganizzazione della piccola flotta repubblicana con il grado di tenente della marina militare, mentre Luigi Rossetti partecipa al comando militare e collabora come giornalista per la stampa rivoluzionaria. Rossetti perderà poi la vita in un combattimento. Soltanto Garibaldi e Zambeccari riusciranno a tornare in Italia, dove prenderanno parte ai moti risorgimentali.


Anche Giuseppe Mazzini ha un ruolo importante nella Rivoluzione Farroupilha; le sue idee repubblicane, democratiche, contro il dispotismo monarchico si diffondono nel Rio Grande do Sul, grazie a Zambeccari e agli altri italiani. Molti altri italiani hanno lottato per la Repubblica Riograndense: tra questi Lorenzo Vallerigini, Napoleone Castellini e Francesco Anzani.



Zambeccari è un rappresentante a pieno titolo di quella tipologia di viaggiatori che si diffonde intorno alla fine del XVIII secolo con l’affermarsi della cultura romantica: il viaggiatore romantico. Si tratta generalmente di giovani appartenenti alla élite politica e culturale europea, che si fanno promotori di nuovi ideali sociali e civili in patria e trasferiscono anche all’estero il messaggio politico di una lotta proclamata contro l’oscurantismo, il dispotismo e l’oppressione sociale.


Il viaggio al servizio di una missione emancipatrice si consolida soprattutto a seguito delle sconfitte che i movimenti rivoluzionari subiscono in Europa, a partire dall’età della Restaurazione: assistiamo così ad una diaspora che conduce personaggi come Byron, Santarosa o lo stesso Zambeccari, a intervenire nelle battaglie e nelle lotte d’indipendenza che esplodono un po’ ovunque, dalla Grecia all’America Latina.


Nonostante la validità di questi ideali, spesso il liberatore romantico tradisce una spiccata coscienza eurocentrica, che di fatto lascia poco spazio ad un reale sforzo di comprensione per i popoli di cui si intendono difendere i diritti alla libertà. Il lato ambiguo di questa tipologia è però estraneo a Zambeccari e a quanti come lui, forti delle esperienze maturate in organici movimenti rivoluzionari italiani, decisero di continuare l’impegno politico in contesti come quello latino-americano, molto vicini alle dinamiche dei paesi di origine. Gli esuli-viaggiatori italiani, infatti, al contrario di molti altri europei, non avevano alle spalle una cultura colonialista, capace di strumentalizzare politicamente le loro imprese di carattere libertario.

Di Zambeccari è possibile vedere, al Museo del Risorgimento a Bologna, gli acquerelli realizzati durante la campagna della Rivoluzione Farroupilha e le mappe del territorio.

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