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22 Agosto 2006 | Archivio / Protagonisti

N°23-I PROTAGONISTI DI IERI E DI OGGI

Maurizio Bottarelli, ovvero l’arte del paesaggio.

Nei suoi quadri entrano le emozioni e i colori del continente australiano. Il bush, l’enorme prateria stepposa dove solitari si elevano acacie e alberi bottiglia. La montagna dell’Ayers Rock- Uluru in lingua aborigena – isolata in mezzo al nulla della steppa e dei rovi spinosi. I radi cespugli, gli arbusti, la rossa terra desertica. Tutto questo non si traduce in “figure” ma in segni, materia, linee, macchie di colore: nei colori della ruggine che hanno reso celebre Maurizio Bottarelli, uno dei più quotati pittori bolognesi contemporanei (bolognese d’adozione, in realtà nato a Fidenza, in provincia di Parma, nel 1943).


Suoi emblemi, del periodo australiano, sono i bellissimi alberi della ruggine, con quel colore immaginato nelle luci e nelle ombre di paesaggi rossi e ocra, e poi ricreato in studio e fatto materia con l’aggiunta di segatura e chiodi, e un lavoro di spatole, stracci e grumi. Un magma poetico, naturalistico ed emozionante, che guarda a Rothko e ai romantici, e cerca con maniacalità l´orizzonte. Anche ora che un viaggio in Tasmania ha cambiato l’orizzonte, rovesciato le prospettive e generato quadretti piccoli rispetto alle solite grandi tele, poche e quasi rarefatte pennellate che catturano il bianco di spiagge remote.


Abbiamo intervistato Bottarelli nel suo studio, un loft nella prima periferia bolognese.


Intervista.

Brano corrente

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