Oggi vi parliamo di una donna straordinaria che ha portato sul gradino più alto del podio olimpico di Berlino il nome della nostra regione.
Ricorre infatti quest’anno il 90° anniversario della nascita di Ondina Valla e il 70° anniversario della sua vittoria olimpica di Berlino del 1936.
Trebisonda Valla, detta Ondina nasce a Bologna il 20 maggio 1916 e fu la prima donna italiana a vincere una medaglia d’oro olimpica. La conquistò vincendo gli 80 m ostacoli alle Olimpiadi del 1936 a Berlino, dopo aver stabilito il nuovo record del mondo in semifinale.
L’originale nome Trebisonda fu scelto dal padre come omaggio all’omonima città turca (in turco Trabzon), da lui ritenuta una delle più belle del mondo. Nata dopo quattro fratelli maschi, la bambina veniva familiarmente chiamata con il diminutivo “Ondina”. Ondina non è magari quel che si dice una miss, ma nell’atletica è sì una piccola meraviglia.
Dotata di forte personalità fu “primadonna” sin da ragazzina, quando vinse i campionati interscolastici bolognesi. Tra le migliori d’Italia già a 13 anni, campionessa italiana assoluta a 14 anni, quando vestì anche la maglia della Nazionale. Eclettica, gareggiò per 15 anni ad alto livello sia nelle corse piane che nei salti e sugli ostacoli. Divenne presto una delle beniamine del pubblico italiano e la stampa la definì “il sole in un sorriso”.
Il più importante risultato della sua carriera fu l’oro alle Olimpiadi del 1936 a Berlino sugli 80 m ostacoli.
Il 6 agosto 1936, sulla pista dell’Olympiastadion, dopo aver eguagliato il record del mondo in semifinale il giorno prima con 11″6, s’impone di misura nella serratissima finale.
Con lei, al traguardo, arrivano quasi simultaneamente altre tre atlete. Per ufficializzare l’ordine d’arrivo i giudici devono ricorrere alla foto d’arrivo (poi conosciuta come fotofinish), non valida per il cronometraggio ufficiale ma usata solo per decifrare gli arrivi incerti. Il successo della Valla è indiscutibile anche a occhio nudo, per quanto la separino solo 61 millesimi dalla tedesca Steuer; per assegnare le altre due medaglie, invece, non è altrettanto semplice.
In un primo tempo, l’altra italiana, Claudia Testoni sembra addirittura seconda e la canadese Taylor quarta, al punto che questa, ignara di essere poi diventata terza, non si presenta sul podio per la premiazione. Ma il responso dell’infallibile occhio meccanico cambia le indicazioni dei giudici: tra la Steuer e la Taylor ci sono solo 2 millesimi di secondo, 7 separano invece la Taylor dalla Testoni, che resta quindi ai piedi del podio. Concittadina e quasi coetanea della Valla, con la quale battaglia per anni anche in altre specialità, Claudia Testoni si consolerà parzialmente vincendo il titolo europeo nel ’38, migliorando quattro volte il primato mondiale e battendo 16 volte la Valla nelle 18 successive sfide dirette.
Ma, accecata dalla delusione per quell’amaro quarto posto, dopo la finale olimpica di Berlino non rivolgerà più il saluto a Ondina. Famosa è rimasta nell’ambiente sportivo la sua rivalità con Claudia Testoni, l’altra fuoriclasse dell’atletica italiana dell’epoca.
Il bilancio dei confronti diretti a fine carriera parla a favore di Ondina Valla: 60 a 33 (più 5 ex-aequo) su 98 duelli.
Il riesame della fotofinish delle Olimpiadi di Berlino, ha evidenziato che, in base al congegno automatico allora in uso in funzione di sostegno, il suo tempo fu di 11.748. In quella edizione l’Italia conferma quanto di buono aveva fatto quattro anni prima.
Non arriva a 36 medaglie come a Los Angeles, ma le 22 conquistate a Berlino valgono altrettanto.
In Italia la preparazione preolimpica è stata accurata, con tutti i nostri migliori esponenti tenuti in raduno nelle settimane precedenti l’appuntamento a cinque cerchi.
Dopo le Olimpiadi Ondina Valla fu costretta a rallentare l’attività agonistica per problemi alla schiena ma ontinuò a gareggiare fino ai primi anni Quaranta.
Nella sua luminosa carriera ha collezionato 18 presenze in Nazionale dove è stata allenata da Vittorio Costa e successivamente da Boyd Comstock.
Ondina Valla vinse anche diversi titoli italiani come ad esempio, nei 60m e nei i 100m , gli 80m nel 1930, nel salto in alto e nel pentathlon.