Salta al contenuto principale
11 Settembre 2006 | Paesaggio dell'anima

N°26-PAESAGGIO DELL’ANIMA

Un viaggio in regione attraverso la musica. 26° puntata.
La musica del ballo liscio. Colloquio con Riccarda Casadei.

Musica: Franco Battiato, Voglio vederti danzare.

Cosa si danza nelle balere estive? – canta Franco Battiato. Siamo scesi dall’Appennino, cari ascoltatori, per dirigerci di nuovo verso il mare, la Romagna, dove l’estate 2006 è stata caratterizzata dalle manifestazioni per il centenario della nascita di Secondo Casadei, fondatore nel 1928 della famosa orchestra, creatore e principe del fenomeno liscio. Qualche purista storcerà il naso, ma perché stupirsi? Il liscio è una realtà della nostra cultura, un po’ come l’operetta o il melodramma. Fa parte della nostra tradizione, affonda le radici nei nostri costumi, nel modo di vivere, e non spiace nemmeno ai giovani, a cui piace muoversi, divertirsi, ballare guardandosi negli occhi. Niente pregiudizi, dunque, su un ballo che è gioia di vivere, armonia del corpo, semplicità dei sentimenti, e naturale come bere, mangiare, fare l’amore.

Musica: Lia (Mazurca) – Secondo Casadei, 1928

Nel calderone del liscio ci sono tante cadenze musicali diverse: la mazurka, che ha origine nella regione boema della Mazuria; la polka, danza di corte ottocentesca che deve il nome alla Polonia, da cui proviene; il valzer, dalle origini incerte, tedesche, austriache o francesi, anche se Vienna ne divenne la capitale nell’Ottocento grazie alla famiglia Strauss. Sono tutti balli che, per l’uso degli strumenti a fiato, risentono della cultura araba e di quella tzigana, e hanno in comune il volteggio di coppia su ritmo ternario. Le melodie sono orecchiabili, il sentimento è facile, predomina l’allegria: al bando le paranoie esistenzialiste. E’ un’allegria che sa di Romagna, il terreno più fertile per il liscio, nato proprio nelle sue aie, dove si ballava sulla ghiaia strisciando le suole sul terreno, lisciandole, appunto.

Musica: Lia (Mazurca) – Secondo Casadei, 1928

Sì, il liscio è la Romagna, terra di ballerini e amanti del buon vivere. Il genere “ballo liscio romagnolo” nacque a fine Ottocento con il violinista romagnolo Carlo Brighi, detto Zaclèn. Fu lui ad aprire la prima Ca’ del liscio a Gatteo, soprannominata “il capannone Brighi”. Si inaugurava così un’epoca che avrebbe visto il liscio salire a gloria indistruttibile, legato per sempre alle note struggenti di “Romagna mia”, un brano diventato icona nazionale e internazionale. L’autore, Secondo Casadei, detto lo “Strauss di Romagna”, nato cent’anni fa a Sant’Angelo di Gatteo, è un mito che non conosce tramonto.

Abbiamo chiesto alla figlia Riccarda di scegliere per noi alcune canzoni del padre e di commentarle. Ci sembra il modo migliore per ricordare il principe del liscio, per il quale la musica era soprattutto gioia, festa, un modo spensierato di celebrare la vita e la felicità di essere con i propri cari, nella propria terra. Lasciamo dunque la parola a Riccarda Casadei.

Ascolto guidato di
Romagna mia
Ritorna a Rimini
Vecchia Ravenna
T’aspetto a Cesenatico
San Marino Good Bye

 Lettura Fulvio Redeghieri.

Brano corrente

Brano corrente

Playlist

Programmi