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17 Ottobre 2006 | Archivio / Protagonisti

N°31-I PROTAGONISTI DI IERI E DI OGGI

Dal folk al rock, l’underground musicale dell’Emilia – Romagana. I Bevano Est: dalla piadina al caviale.

Musica:  Fandango – tratto dal cd Ludla –1998


L’Emilia-Romagna è una terra di grandi talenti musicali, e con la nostra rubrica Paesaggio dell’anima, un viaggio attraverso la regione sul filo della sua musica e dei suoi artisti, abbiamo cercato di farvi conoscere questa realtà. Aldilà dei grandi nomi, conosciuti un po’ da tutti, da Gianni Morandi a Laura Pausini, Vasco Rossi e Ligabue, tanto per citarne alcuni, vogliamo però dare voce agli artisti meno conosciuti e ai nuovi gruppi che si affacciano sulla scena musicale.


Vi presentiamo oggi per primi i Bevano Est un gruppo che nasce nel ‘90 come laboratorio di ricerca condotto dal compositore, strumentista e ricercatore Riccardo Tesi (autentico pioniere dell’etnica in Italia) all’interno della Scuola di Musica Popolare di Forlimpopoli. Il lavoro del gruppo è improntato sull’analisi strutturale, timbrica e melodica di un vasto repertorio etnomusicale. L’incontro con Hector Ulisses Passarella, uno dei massimi esponenti della musica Rioplatense porta all’interno del gruppo l’interesse per la cultura del Tango, oltre all’approfondimento dell’armonia, dell’interpretazione e soprattutto dell’espressione musicale. Nelle composizioni dei Bevano Est la musica popolare viene sezionata, reimpastata, a volte svuotata della sua essenza per poi rinascere e ritrovarsi più viva in una rincorsa di armonie e contrappunti. Una musica quindi di difficile etichetta che spazia dal jazz allo swing, dal klezmer al folk con fluidità e coerenza.


Il gruppo è composto da 5 elementi e ve li presentiamo così come loro si sono raccontati:


STEFANO DELVECCHIO (detto CIUMA) che suona l’organetto diatonico  ed è la voce del gruppo (è nato a Cesena il 2.3.1963, abita in una caverna sulle colline cesenate con gatti, cani, capre e tanti altri piccoli animali che suonano tutti la ghironda e l’arpa celtica.
VANNI BENDI (detto Pentha) nato nel 1965  non è un  uomo ma un equalizzatore, suona la chitarra pronunciando contemporaneamente tutti i numeri delle frequenze presenti in quel momento. Abita in un altoforno perché dice che c’è una buona acustica.
DAVIDE CASTIGLIA (detto PIPPO)  nato nel 61 a Ravenna ,passa il suo tempo a scommettere con chiunque incontra che riesce a fare un numero qualsiasi (a richiesta) di palleggi con i piedi e vince cosi un sacco di soldi, che spende in accessori assurdi per violino.
GIAMPIERO CIGNANI nato a forlì nel 66 e suona il clarinetto.  Voleva tanto fare la musicoterapia ma quando gli hanno spiegato che non significava andare a vedere tutti i concerti gratis pagati dall’U.S.L.  c’è rimasto male.
DIEGO SAPIGNOLI (soprannome in fase di studio) alla batteria nato nell’80 a Cesena. Un uomo dal tempo perfetto tranne quando piove, bramerebbe suonare la ghironda e l’arpa celtica ma ci sono già le capre di CIUMA.


Marina Beelke (Docente di Lingua e Letteratura Italiana, Technische Universitat, Berlino) dice di loro: “La  musica dei Bevano Est e una raffinata mescolanza di nuovo e di antico, di tradizione e di nuova creazione. Si ritrovano elementi di tradizione popolare contadina come pure di jazz, di melodie jiddisch e di sapori mediterranei. La loro musica coinvolge e attrae l’anima. Chi ascolta si riconosce semplicemente e se poi si ha la fortuna di vedere i musicisti suonare la loro musica, rimane scolpito un grande incoraggiamento verso la diversità. C’é qualcosa nell’alchimia della loro musica che risveglia caldi sentimenti umani personali e collettivi, che obbliga il corpo a una volontà di muoversi e di partecipare. Nella loro musica aleggia anche qualcosa di romantico accompagnato non di rado da una smorfia ironica. Si ritrova quello che nelle mutilazioni dell’io moderno si credeva di aver perduto per sempre”.


Entriamo nel vivo della loro musica ascoltando il brano Balaton (tratto dal cd – Fuoco Centrale – 1995).


Bevano Est cantano il sudore e la sete dell’estate, la fatica del lavoro della campagna, l’aria pensante della fabbrica come possiamo ascoltare nel brano Grano, grano(tratto dal Cd Gradisca – 1993).


Le loro musiche quindi non sono mai facili, e accompagnano canzoni struggenti ed ammaccate dalle bastonate dell’esistenza, accadimenti teatrali, performance di danza e gesti in cui si tenta il volo, sono come filmati immaginari – inserire brano La luna nel letto (tratto dal Cd – Corone – 1998).


I Bevano Est hanno anche realizzano alcune colonne sonore per il film di Giuseppe Bertolucci  “Il dolce rumore della vita” e per il documentario Segni Particolari, presentato al Festival del Cinema di Venezia.
Svolgono anche attività didattiche attraverso l’associazione culturale “A 14” da loro fondata e con la quale, producono e promuovono musica e arte.


Intervista a Stefano Delvecchio voce del gruppo, detto “CIUMA”



 Bevano Est: come mai la scelta di questo nome per il gruppo?


Quanto dell’Emilia-Romagna, dell’Europa dell’Est e di altre parti del mondo è nella vostra musica?


Come definireste la vostra musica?


La vostra musica, molto particolare e complessa, ha un filo conduttore?


Qual è il rapporto tra la vostra musica e i luoghi dell’Emilia-Romagna in cui è stata concepita?


Avete in programma dei concerti?


Cosa volete fare da “grandi”?


Avete un sogno nel cassetto?


Li salutiamo con il brano più conosciuto, Ellas ( tratto dal cd – Il dolce rumore della vita – 1999 ).

Brano corrente

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