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12 Marzo 2007 | Archivio / Lo sguardo altrove, storie di emigrazione

N°51-LO SGUARDO ALTROVE, STORIE D’EMIGRAZIONE

Carla Zilli rintraccia uno zio in Argentina grazie a Internet.

Potenza di Internet. Leggiamo sul “Resto del Carlino” del 26 febbraio scorso, a firma di Giuliano Ramazzina, una storia intrigante, tipica dei nostri tempi. Una donna si mette alla ricerca delle radici della propria famiglia in Argentina, dove era emigrato lo zio ferrarese, di cui nessuno aveva più notizie da1 lontano 1950. E ci riesce, dopo quasi un anno, grazie a Internet. E’ una storia commovente ed esemplare, quella di Carla Zilli, sul filo della memoria familiare, dove il sentimento si sposa con la tecnologia in una storia a lieto fine.


Sì, proprio una favola bella, perché adesso, dopo aver  riallacciato i fili dell’albero genealogico che sembravano spezzati per sempre, i parenti rimasti in Argentina abbracceranno presto i parenti ferraresi. «L’ho fatto per il cuore – esordisce Carla Zilli -, per accontentare mia madre Giueppina che ha 86 anni. Tutti i giorni mi parlava dei suoi parenti in Argentina, voleva avere notizie. Ma dal 1950 non sapevamo più nulla. Non si ricordava neanche il nome dello zio, sapevamo solo due parole: Zilli e Buenos Aires”.


Così Carla ha iniziato la sua avventura alla ricerca dei parenti perduti avendo una sola cosa certa: l’identità del nonno Giacomo Zilli, fratello di quello che era in Argentina. «Ho fatto – puntualizza Carla – una ricerca storica all’anagrafe di Ferrara, superando anche le pastoie della legge sulla privacy, e ho trovato il nome proprio dello zio che si chiama Antonio, con la data di nascita del 30 aprile 1887 e di morte del 5 maggio 1953, oltre al nome della moglie, Palmina Martinelli, anche lei ferrarese morta nel 1957».


A questo punto che fa Carla? Comincia a scrivere al consolato in Argentina via Internet e per lettera, senza avere risposta. Ma non si fa prendere dallo sconforto e si collega via Internet dieci ore tutti i giorni cercando tutte le persone che si chiamano Zilli dotate di mail. Come cercare un ago nel pagliaio. “A un certo punto – racconta Carla – ho scritto al titolare di una fabbrica di alluminio, tale German Zilli, che subito mi ha risposto. Purtroppo non eravamo parenti. Intuendo la sua disponibilità – continua Carla – gli ho scritto varie mail in spagnolo e forse ho colpito il suo cuore. Infatti gli ho chiesto di fare ricerche sull’elenco telefonico per vedere se trovava un certo Delelmo Zilli di cui si ricordava vagamente mia madre. Dopo poche ore ha trovato Delelmo e gli ha chiesto se fosse originario di Ferrara e se il padre si chiamasse Antonio Zilli. La risposta fu sì”.


Delelmo dunque è la chiave della lunga ricerca: abita a Banfield, ha 86 anni e due sorelle, Palmina di 82 anni e Raquel di 78, primi cugini della madre di Carla. “Ci siamo sentiti per telefono – continua Carla – è stata una grandissima emozione. Delelmo ricorda quando da bambino impostava le lettere per Giacomo, fratello di Antonio, che abita a Ravalle. Ma devo ringraziare soprattutto German Zilli che si è mosso subito per aiutarmi. Quando gli ho parlato è stato il momento più forte di tutta la mia ricerca: un’emozione unica, anche per mia madre e per suo fratello Corrado”. Adesso Carla può gioire, ma c’è stato un momento in cui ormai aveva perso ogni speranza. “Sì – conclude Carla – è stato quando per due mesi ho mandato mail e raccomandate al consolato senza avere risposte. Adesso pensiamo di andare a Banfield. Mia madre vorrebbe venire anche lei a trovare i suoi cugini che non ha mai visto, ma ha un’età troppo avanzata, spero quindi di farli incontrare via Internet”. Già, Internet. Ha fatto il miracolo di ritrovare i parenti in Argentina, adesso forse ne farà un altro.


Testo di Claudio Bacilieri. Lettura Francesca Sutti.

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