Cari amici, oggi vi raccontiamo la storia di uno dei tanti emigrati emiliano-romagnoli che hanno reso ricca e fiorente la provincia di Mendoza. Com’è noto, questa area dell’Argentina è rinomata per la viticoltura. E’ una terra di clima arido, montagne alte e neve candida, mattinate luminose e vigneti coperti di rugiada. Il clima ideale, dunque, per produrre il vino migliore di tutta l’Argentina. Ma l’arte della viticoltura – non tutti lo sanno – è stata importata dagli emigrati emiliani. Tra questi, Ettore Meli, emigrato nel 1887 da un paesino della provincia di Parma.
Questa è la sua storia, che abbiamo tratto dal libro di Alicia Montero e Maria Paula Cepparo “Sangue emiliano romagnolo nelle vigne mendozine”, pubblicato a Bologna in italiano e spagnolo dall’Istituto F. Santi ER con il contributo della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo.
Geronimo Demaldè, portato dai suoi sogni, abbandona la casa paterna Fontanellato (Parma), ancora adolescente.
Nel 1908 si imbarca alla volta dell’Argentina, terra giovane come lui, pieno di speranze nell’avvenire.
Visto che altri italiani hanno avuto fortuna, si sente incoraggiato a tentare anche lui, senza nemmeno pensare alle difficoltà.
Si stabilisce in una zona vitivinicola, il distretto Vistalba (Lujan de Cuyo). Lavora a cottimo come operaio agricolo in un podere che conta
Sente poi la necessità di formare una famiglia. Conosce Itala Gaibazzi, una compaesana giunta in Argentina otto anni prima, con la quale contrae matrimonio. Da questa unione nascono i primi quattro figli: Egidio, Elena, Maria ed Alberto.
Scaduto il suo contratto di lavoro, si trasferisce nel distretto Philips (Junin), dove continua a svolgere la stessa attività, e dove nasce il loro quinto figlio, Enrico.
Uomo battagliero, responsabile di una famiglia numerosa, si trasferisce nel distretto Barriales dello stesso dipartimento. Lavora come amministratore a “Los Olivos”, proprietà di Santiago Solari, per un periodo di sei anni dimostrando la sua grande capacità di lavoro. Geronimo e Itala hanno la loro sesta figlia che viene battezzata Aranselvia.
Nel 1924 acquista una casa e sedici ettari di vigneti e piante di ulivo in via Primavera a Junin, pur continuando a lavorare nella Ditta Solari.
Due anni dopo si trasferisce nella sua casa dove nasce l’ultima figlia, Ernestina. Demaldé è vicino alla meta. Nel 1926 costruisce un corpo della cantina capace di
La sua situazione economica agiata gli consente di demolire la casa esistente e di costruirne una nuova annessa alla cantina (1948). La casa è attualmente occupata dal figlio Alberto.
Il suo spirito intraprendente lo spinge verso la realizzazione di una grande aspirazione: comprare macchinari per installare un oleificio accanto alla cantina. Decide di viaggiare a Buenos Aires con la moglie e la figlia minore, che però non potrà accompagnare i genitori perché i biglietti del treno sono esauriti.
Arrivati a Rosario, si imbarcano su un idrovolante. Giunta la macchina all’aeroporto della Prefettura Navale, il pilota chiede l’autorizzazione per posarsi sull’acqua; essa è concessa negligentemente dato che in quel posto c’è una draga che distrugge un’ala dell’idrovolante provocando la caduta in acqua della macchina e la morte della coppia.
Il 29 luglio 1948, dopo quattro giorni di ricerche, si trova la salma di Demaldè: 56 anni lui e 55 Itala.
Di fronte a questa tragedia, i figli, testimoni dei sacrifici fatti dai genitori, non si perdono d’animo e costruiscono l’oleificio concretizzando così il sogno paterno.
A Rio Quarto (Cordoba) installano un impianto per 1’invasamento dei vini che si trasportano in camion cisterne. Formano una S.r.L. che prende il nome “Cantine e Vigneti Geronimo Demaldè” in doveroso omaggio a questo grande uomo dell’industria vitivinicola. A capo della ditta vi è il fratello maggiore Egidio.
1ì-a le varie etichette ricordiamo ‘L’Artigiano”, vino comune da tavola nelle varietà chiaretto e rosso, “Demaldè” nelle varietà vernaccia, oporto, moscato, marsala e “Demaldè” vino comune, da dessert e moscato di origine sanjuanina.
Questa società dura solo quattro anni. L’impianto per l’invasamento viene chiuso e l’immobile dato in affitto fino ai nostri giorni. Egidio ritorna a Junin e forma una nuova società “Geronimo Demaldè S.A.C.I.F”. La marca “Demaldè” continua ad elaborare e ad imbottigliare i vini nella cantina originale nelle varietà bianco, rosato, rosatello, rosso e rosso abboccato.
Più avanti lo stabilimento viene ampliato con tecnologie moderne. Oggi si producono 6.000 ettolitri, tutti per la vendita all’ingrosso. Il capitale della ditta in crescita, ammonta a
Demaldé si sentirebbe felice di sapere che la sua opera non è rimasta inconclusa. I discendenti continuano ad amare la terra, orgogliosi di essere italo-argentini.
CANTINA DEMALDÉ
A Junin, ad est di Mendoza, si trovano la cantina e l’oleificio Demaldè. Faremo riferimento solo alla cantina, dato che l’ oleificio è stato costruito dagli eredi dopo la morte di Demaldè.
Nel
Si può dire poco sull’edificio originale, che è stato completamente circondato da nuove costruzioni, quindi anch’esso modificato. Attualmente la cantina può contenere 6.000.000 di litri.