Cari amici, oggi il protagonista della nostra vicenda di emigrazione è un musicista americano originario di Borgo Val di Taro, in provincia di Parma. Parliamo di John Brugnoli detto Giano d’Scud’lein, e della sua Val-Taro Musette Orchestra. Prendiamo questa storia dal portale della Valtarese Foundation, una delle nostre associazioni di New York, recentemente visitata dalla presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo Silvia Bartolini, in occasione dell’annuale Dinner&Dance, la festa – giunta alla 17esima edizione, con la quale i nostri amici raccolgono fondi per enti parmigiani, come la Casa Protetta e l’Ospedale di Borgo Val di Taro. Salutiamo, già che ci siamo, i nostri amici di là dall’Oceano, in primo luogo il consultore John Zaccarini e il presidente della Valtarese Frankie Capitelli, e passiamo la parola a Dominic Karcic La mia passione per la fisarmonica e per lo stile Val Taro Musette risale alla mia prima infanzia. Mi ricordo chiaramente di mia madre che stirava mentre ascoltava “Tempo di Ballo”, una trasmissione radiofonica serale che trasmetteva musica italiana, in particolare brani appartenenti al genere Val Taro Musette. Da bambino ero talmente affascinato dai suoni melodiosi di questo stile musicale che decisi di studiare la fisarmonica, che nel corso degli anni è diventata la mia passione di una vita. John Brugnoli, chiamato Giano d’Scud’lein, nacque a Borgo Val di Taro il 29 novembre 1898. Il soprannome di famiglia “Scud’lein” veniva da suo nonno, che amava il vino ed era solito berlo da un piatto da minestra o scodella, che in dialetto si chiamava “scud’lein”. John era uno dei quattro figli di Giuseppe e Maria Brugnoli. Aveva due sorelle maggiori, Maria e Maddalina, e un fratello più giovane, Luigi. Questi divenne un fisarmonicista eccezionale e trascorse gran parte della sua vita a Parigi; si dice che sia stato uno dei precursori della fisarmonica a piano. Luigi fu il primo insegnante di John, che sotto la sua guida divenne ben presto un musicista abile, che si esibiva per tutta la Val Taro. John sposò Josephine Ferrari (1901-1998) nel febbraio del 1923 a Borgo Val di Taro, dove nacquero due dei loro tre figli, Luigi (Gino) e Tina. In quegli anni la vita in Italia e in Europa era piuttosto dura, e la prospettiva di una vita migliore negli Stati Uniti attirò milioni di europei, tra cui lo stesso John. Nel 1928 lasciò la sua famiglia in Italia ed emigrò negli Stati Uniti, dove trovò lavoro come venditore di funghi. Dopo qualche tempo, essendo un immigrato irregolare, fu costretto a lasciare gli Stati Uniti. Andò dunque in Canada per poi rientrare negli Stati Uniti. In quegli anni questa era una procedura normale per chi era immigrato illegalmente e voleva regolarizzare la propria posizione, e col tempo John riuscì a diventare un cittadino americano. John non dimenticò la musica e ben presto si affermò come fisarmonicista e compositore a New York, dove nel 1935 lo raggiunsero la moglie, il figlio e la figlia. Il terzo figlio, Albert (Albie), nacque a New York. In quel periodo John suonava in un cabaret chiamato “Francino”, e fu proprio il successo che riscosse in quel locale a spingerlo ad aprire un locale tutto suo. Una volta convinto a tentare la fortuna con un locale proprio, John si rese conto di aver bisogno di un socio, sia per le questioni finanziarie, sia perché un musicista di pari livello ed abilità avrebbe rappresentato una risorsa per la nuova attività. Quando era ancora in Italia conosceva il fisarmonicista e concittadino borgotarese Pete (Pietro Filumena) Delgrosso. Pete era emigrato negli Stati Uniti ancora prima di Scud’lein ed era già piuttosto noto come fisarmonicista a New York. Il bar-ristorante Val-Taro, il cui nome venne scelto dalla figlia di John, Tina, era situato al numero 869 della Seconda Avenue, tra la 46esima e la 47esima Strada. Aprì i battenti il 24 dicembre 1936. Tina racconta che tutto era pronto per l’inaugurazione, l’unica cosa che mancava, e di cui certo non si poteva fare a meno, era la licenza per la vendita di alcolici. Nonostante il freddo, i clienti si misero pazientemente in coda fuori dall’ingresso in attesa dell’arrivo dell’autorizzazione. Finalmente il Val-Taro Restaurant aprì per la prima volta le sue porte. Il giorno dell’inaugurazione il nuovo locale era gremito e il successo fu immediato. Una volta aperto il ristorante, John Brugnoli, Pete Delgrosso e il loro chitarrista Joe (Canon) Cerina ebbero modo di affinare e sfruttare le loro doti musicali, in seguito imitate da molti. Sperimentarono, composero e crearono uno stile musicale dinamico utilizzando idee nuove insieme alle melodie popolari tradizionali dell’Italia settentrionale. Il loro arrangiamento di “Tutti mi chiamano bionda” (True Love Waltz) divenne il loro cavallo di battaglia. Si pensa che in realtà questo brano fosse una loro rielaborazione di una vecchia canzone intitolata La Mula de Parenzo. La melodia venne leggermente modificata e si aggiunsero poi parole divenute celebri a forza di essere canticchiate. Ancora oggi nessuna festa nell’Italia settentrionale può dirsi completa senza l’esecuzione di “Tutti mi chiamano bionda”. John e Pete registrarono brani per Italdisc, Nightingale, RCA Victor, Columbia e Colonial Records. Vennero pubblicate anche varie raccolte, come Let’s Waltz and Polka with Val-Taro Musette Orchestra, contenenti loro composizioni e arrangiamenti, sia dalla Cerabino Music Inc. (1953) sia dalla Colonial Publishing (1952). La Val-Taro divenne una mecca per le persone che amavano la buona musica da ballo, il divertimento e, soprattutto, la fisarmonica. Col tempo il nome Val-Taro divenne sinonimo di fisarmonica; e molti grandi fisarmonicisti come Mindie Cere, Addie Cere, Pete Spagnoli, Emilio Chiesa, Hugo Nati, Gelso Pellegrini, Aldo Bruschi e Frank Toscano si esibirono con maestria nello stile Val Taro Musette. La sua musica attirava clienti provenienti da tutta Italia, ma anche persone appartenenti alle comunità francesi, tedesche e croate che vivevano nell’area metropolitana di New York. Nel 1939 John vendette la sua quota del Val-Taro e formò una nuova società con il suo amico di lunga data Emilio Spagnoli. Il nuovo cabaret si chiamò Terrace Café (tra la Seconda Avenue e la 59esima Strada), e John vi rimase fino al 1946, anno in cui fece rientro al Val-Taro. Il Val-Taro chiuse nel 1961 ma questo non arrestò la creatività di John. Nel 1962 le sue registrazioni per la Colonial gli diedero l’opportunità di far conoscere e diffondere ulteriormente il suono della Val-Taro con una serie di album di grande successo intitolati “Sing Along in Italian”. In queste registrazioni si può ascoltare anche il noto fisarmonicista Walter Ericksson che suona insieme a John. Negli corso degli anni John scrisse dozzine di canzoni, alcune delle quali non vennero mai pubblicate o registrate: ne ho trovate cinquanta tra alcuni suoi manoscritti originali in un cofanetto regalatomi di recente. Tra questi brani figurano valzer, polke, tanghi e ballate, e spesso tali composizioni sono accompagnate dai testi in italiano scritti dallo stesso John. L’eredità musicale di Scud’lein è tale che la sua musica e il suo stile hanno ispirato molti grandi fisarmonicisti in tutto il mondo. Il 21 ottobre 1973 John Brugnoli e Pete Delgrosso vennero premiati dalla American Accordionists’ Association al Glen Island Casino di New Rochelle, nello Stato di New York, per gli eccezionali successi ottenuti durante la loro carriera. Si dice che durante gran parte della sua vita artistica John abbia usato un’unica fisarmonica, probabilmente risalente ai primi anni ‘30. Si tratta di un Excelsior Concert Master con quattro e cinque file di voci. Aveva due registri, ognuno dei quali riproduceva due suoni. John modificò la fisarmonica in modo che il registro master fosse sempre inserito. Questa fisarmonica fu donata dalla signora Tina Feci, figlia di John, al Dottor Carl Restivo Jr., un collezionista di fisarmoniche,. Come fervido appassionato di questo stile musicale sono continuamente meravigliato dalla creatività, dal gusto musicale e dalla genialità di John Brugnoli. Penso di poter affermare che è diventato un’icona dello stile musette italiano. Spero vivamente che un giorno qualcuno si impegnerà a trasferire tutte le registrazioni del Val-Taro in formato digitale su CD, in modo che anche le future generazioni di ascoltatori e musicisti possano apprezzare questo genere musicale estremamente gioioso, vivace e creativo. Il nostro Scud’lein si è spento il 4 luglio 1988, a novant’anni.
che sul portale della Valtarese Foundation ci racconta questa storia d’artista.
A quel tempo non avrei mai immaginato di scrivere un articolo sulla musica della Valtaro, né di mettere piede a Borgo Val di Taro (Parma, Italia) la casa nonché luogo di nascita di John Brugnoli, uno degli architetti di questo genere musicale.
John cercò Pete in lungo e in largo, e finalmente lo trovò mentre suonava in un locale chiamato “Bel Tabarin”, situato nel West Side di New York. Decisero di intraprendere una nuova attività insieme, anche se sia John sia Pete dovettero chiedere soldi in prestito agli amici per poter trasformare il loro sogno in realtà. Non appena raggiunta la somma necessaria diedero vita al Val-Taro Restaurant e alla Val-Taro Musette Orchestra. Era un segmento della storia della musica che stava nascendo.
Il successo della Val-Taro incoraggiò altri imprenditori ad aprire locali con musica per fisarmonica dell’Italia settentrionale. Con il passare del tempo si inaugurarono numerosi cabaret nella zona Midtown di New York, ma nessuno riuscì mai ad eguagliare la fama del Val-Taro.
A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri.