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26 Giugno 2007 | Archivio / Lo sguardo altrove, storie di emigrazione

N°66-LO SGUARDO ALTROVE, STORIE D’EMIGRAZIONE

Lo scrigno dei ricordi. L’emigrazione in Inghilterra di Edo Lelli, di Cesena. Seconda puntata.
Da “Il coraggio dei sogni” di Zina Righi.

Mary Jane aveva fatto il servizio militare in guerra. Era brava e ci siamo voluti bene. Poi, lei ha preso un’altra via. Ha trovato un americano, C’era una base americana lì vicino, e per loro, andare negli States, era un vero miraggio, come per noi. Ci siamo lasciati per incomprensione. Lei era molto più giovane di me, e mi è dispiaciuto, perché le volevo proprio bene. Forse con lei avrei tirato dritto. lo non mi sono mai spo­sato.


Mi piaceva il loro modo di vivere, mi piaceva moltissimo. La loro mentalità era molto vicina alla mia. Leggevo diversi giornali, anche perché li trovavo in ferrovia. Mi appassionavo alla politica.


Erano ì tempi del governo Idea, poi Mac Millan, e poi Wil­son. La vera sorpresa fu arrivando. C’erano appena state le elezioni, eppure non c’era in giro un manifesto. Qui da noi, eravamo sempre ad attaccare manifesti.


Tra le persone poi, la privacy c’era davvero. Mi ricordo che alla fornace, c’era uno che veniva dal Nord. Loro li chiamava­no tutti “george”. E questo george mi faceva delle domande, da dove vieni, cosa facevi a casa. Ma così, solo per curiosità, e allora l’altro diceva: “Ma perché fai queste domande?”


Io cadevo dalle nuvole. Al lunedì mattina, questo george era sempre ubriaco e invece di passarmi un mattone, me ne passava sei o sette. Così, a mezzogiorno, aveva un vasetto di magnesia e se ne mangiava molta. Erano rispettosi e avevano tutti cultura. C’era già la scuola dell’obbligo, la TV dal ’36, ed erano tutti informati. Andavano molto al cinema, a vedere i film d’amore americani o i western. Ricordo ancora quando andai a vedere I cannoni di Navarone. I western però, li capi­vo poco. Ma anche loro, e spesso li doppiavano.


Al ritorno, qui a Cesena, ho fatto molta fatica ad ambien­tarmi. Molta fatica. `finto è vero che ho sognato di ritornare, per anni e anni. Quando sono venuto qui, avevo trovato lavoro nel commercio, poi, in un magazzino della frutta. Mi scadeva l’anno, e sono rimasto lì. Poi, ho cominciato a lavorare a Forlì. Avevo anch’io l’abitudine di dire sempre “grazie”, ma loro non me lo dicono mai. Là era una norma, come dire, excuse me e


tante altre cose. Ma le cose stavano cambiando anche in Ita­lia. Cominciava il boom economico, si costruivano autostrade, c’era la televisione, e mi sono trovato bene anche fuori. Poi, i miei genitori erano anzianotti e anche mia sorella è venuta ad abitare qui con noi. Così, ho scordato gli anni dell’Inghilterra, ma dopo moltissimi anni. Se non avevo i genitori… non ho avuto il coraggio di lasciarli.


Non è che guadagnassi molto all’inizio, poi ho cominciato a fare i turni di notte, e quella sterlina in più, era quella che mi permetteva di andare al pallone, al cinema. Era una città tran­quillissima. Vedo spesso il mio vecchio compagno di camera, Belletti. Si sposò con un’amica di Mary Jane. Noi quattro si usciva sempre insieme, ma io non ero maturo per il matrimo­nio. Mi ponevo tante domande e il mio passato di cattolico, pesava. Volevo sposarla, ma nello stesso tempo, vedevo che eravamo diversi.


Non ci credevo, a questa ragazza. E se la sposavo, cosa sarebbe stato? Era quasi un incubo.


Quando si usciva e ne parlavamo, lei diceva: “Non mi hai mica comprata!”


Voleva che fossi libero nelle mie scelte. Lei non ha mai voluto venire in Italia. I miei invece, sarebbero stati contentis­simi di conoscerla. Glienè parlai quando tornai per l’ultima vacanza. Poi, quando sono ritornato, ho capito che qualcosa era cambiato. Non è che mi evitasse, ma non era più la Mary Jane di prima. Una sera, le chiesi qualche spiegazione e lei, con tutta franchezza, mi rispose che aveva conosciuto un altro.


Mi parlò di questo americano. Così, mi scaricò. Ci rimasi male, ma capii che non c’era più niente da fare. Non mi ha mai rimproverato niente. Loro sono decisionisti, mentre io facevo fatica. Non si sottomettono facilmente, e hanno molta dignità. lo invece, ero pieno solo dei miei dubbi e dei miei pregiudizi. Capivo il loro comportamento, ma non riuscivo a comportarmi come loro. Sono tornato varie volte in Inghilterra, dove ho diversi amici. Ho sentito la nostalgia! Mi ha bloccato il rispetto dei genitori. Lì, ci sono i miei ricordi più belli.

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