Novanta scatti, a colori e in bianco e nero. Più testi di autori come Tasso, Ungaretti, Ojetti, Piovene e Panzini. E’ “Comacchio”, il nuovo libro del fotografo Andrea Samaritani curato dalla giornalista Lucia Felletti. Pubblicato dalla casa editrice Minerva, con un testo “bifronte” in Italiano e in inglese, il volume racconta Comacchio e il suo territorio in tutte le stagioni e in ogni suo aspetto: acque, canali, valli, architetture, nebbie. Fino al pesce per eccellenza, simbolo del delta del Po: l’anguilla.
Non un libro “in senso stretto”, ma un “diario di viaggio” – così lo definiscono autore e curatrice – tra immagini e parole. Dal Ponte degli Sbirri al canale Pallotta, dai bilancioni per la pesca alla salina. E poi la cattedrale, l’Ospedale degli Infermi, fino all’emblema dell’architettura cittadina, “Il Trepponti”, ritratto da Samaritani sia di giorno (in bianco e nero) che in versione notturna, a colori, tutto illuminato. Ma tra acque e pietre antiche, c’è spazio anche per l’uomo: gente del posto, in bici o a piedi, pescatori, barcaioli e, naturalmente, turisti.
Perché a Comacchio i turisti non si fanno attendere. E’ l’effetto di quel fascino a cui non sfuggì, secoli fa, neppure il poeta Torquato Tasso, tanto da ricordare la città nel settimo canto della “Gerusalemme liberata”: “Come il pesce colà dove impaluda / Nei seni di Comacchio il nostro mare, /fugge dall’onda impetuosa e cruda…” Ma altri poeti e scrittori hanno conosciuto nel tempo Comacchio e i suoi lidi. Lo testimonia l’antologia di testi, tra un’immagine a l’altra, contenuta del volume. “Metto fuori la testa da una botola – scriveva Giuseppe Ungaretti, negli anni Trenta – . E’ la prima grande visione delle Valli salse. Avevo sentito, arrivando, quel loro infinito di specchi che perdono la luce. Ora le vedo, tutte divise da strisce regolari….”
Riprendiamo a parlare di Comacchio e dei suoi tesori attraverso le foto del fotografo Andrea Samaritani sentendo il parere sul progetto del sindaco della città Maria Cristina Cicognani…
Intervista
