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14 Gennaio 2008 | Archivio / Lo sguardo altrove, storie di emigrazione

N°91-LO SGUARDO ALTROVE STORIE D’EMIGRAZIONE

Dopo 65 anni due sopravvissuti alla campagna di Russia si riabbracciano

Cari ascoltatori  oggi vi raccontiamo la storia di due soldati  di cui uno emiliano-romagnolo che nella seconda guerra mondiale erano assieme nella campagna di Russia e che si sono ritrovati grazie ad un appello in tv.  Si tratta di Anselmo Fumanti di Gubbio e James Manicardi  residente Massenzatico, in provincia di Reggio Emilia.


Sono stati la nipote e il figlio di Manicardi, Gianni a vedere l’appello in tv di Fumanti durante il programma televisivo «Festa Italiana» su Rai Uno e a capire, da pochissimi elementi, che si trattava proprio di quel James Manicardi.

Anselmo Fumanti  cercava infatti un reduce della divisione “Pasubio”,  un emiliano di nome James, che gli aveva salvato la vita e il cui padre si chiamava Anselmo, proprio come Fumanti, anche lui classe 1917.


Il giorno dell’Epifania i due reduci si sono incontrati a Gubbio, dove abita Fumanti dove hanno trascorso una giornata immersi nei ricordi e nei racconti di allora con grande commozione. Si incontreranno molto presto anche con altri due reduci.

Per James Manicardi, residente a Massenzatico in provincia di Reggio Emilia, la befana ha portato un regalo di compleanno bellissimo: ha compiuto 91 anni il 1º gennaio. E questo incontro è stato una grande e inaspettata emozione che lo ha portato  indietro nel tempo, in quel luogo freddo dove tanti giovani persero la vita.


Erano partiti nel 1940 con armi scadenti e con divise e attrezzature inadatte ad affrontare i rigidi inverni russi. Manicardi apparteneva alla divisione “Pasubio” e Fumanti a quella “Torino” ma erano della stessa armata.


Fu una campagna destinata a provocare la morte per assideramento di centinaia e centinaia di uomini di cui moltissimi giovani. Due rigidissimi inverni con temperature con oltre  30 gradi sotto lo zero ridussero drasticamente il numero dei soldati che morirono congelati se non uccisi dal nemico.


Il 14 dicembre 1942, Fumanti venne fatto prigioniero e fu deportato. Fumanti racconta che sul treno che lo stava portando in Siberia, i piedi gli andarono in cancrena per il gelo e convinse una donna tenente russo ad amputarglieli.


La divisione di Manicardi, la “Pasubio” venne attaccata tre giorni dopo, il 17 dicembre, e lui, che era sergente fuggì portando  in salvo con sé 12 uomini della sua batteria. Camminarono per ben 800 chilometri, quasi tutti a piedi. Impiegarono due mesi e 28 giorni e tra stenti e disperazione, tra il freddo e la fame il 15 marzo 1943 arrivarono, finalmente, a Udine.  Erano 86 italiani su un carro bestiame che venivano accolti da eroi dalla fanfara e da tante donne in lacrime che cercavano i loro mariti, figli, fratelli, padri.


Manicardi ricorda che fu bellissimo e insieme straziante quando molte donne si rivolgevano a lui  disperate, chiedendo notizie dei loro cari.


Manicardi conserva ancora l’elenco di tutti i soldati della sua batteria e di ognuno ha ricordi e memoria: “Ricordi indelebili”- come afferma –  chiedendo a tutti uno sforzo per mantenere in vita la memoria e non dimenticare.


James Manicardi e Alselmo Fumanti, classe 1917,sono due menti lucide e piene di ricordi. Da oggi avranno il cuore anche pieno di commozione e gioia per aver ritrovato vivi frammenti del loro passato: i sopravvissuti della Campagna di Russia.

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