“Imolians”, ossia “imolesi da esportazione”, si chiama la rubrica de “Il Nuovo Diario Messaggero” dedicata agli imolesi che vivono all’estero, da cui abbiamo tratto la storia di Carlotta Piancastelli che vi leggiamo in questa puntata. A raccogliere queste vicende di emigrazione, raccontate in prima persona, è Maria Adelaide Martegani.
Difficile già scriverne il nome… Jyväskylä. In questa cittadina nordica situata nella regione della Finlandia centrale, a circa
m.ad.m.
E’ stato un assaggio di ’imoliansità’ (passateci il termine!) quello di Carlotta Piancastelli, ma dopo averla incontrata abbiamo avuto la sensazione che di lei parleremo ancora in questa rubrica.
Allieva del Liceo linguistico Alessandro da Imola, è rientrata di fresco dalla sua esperienza all’estero, per la quale era partita il 17 agosto scegliendo, tra le tre proposte del programma Comenius (Finlandia, Portogallo o Austria), la prima delle tre: «Mi incuriosiva conoscere questo paese, la sua cultura e in particolare provare l’approccio con una lingua completamente nuova. Ero ospite di una famiglia del posto, che è stata molto accogliente nei miei confronti. Un pochino più difficile ambientarmi a scuola: i finlandesi sono un po’ chiusi, molto riservati, timidi, ma abbiamo poi rotto il ghiaccio. Naturalmente, fino a che non ho cominciato a capire qualcosa della loro lingua, durante le lezioni me ne stavo ad ascoltare senza nemmeno sapere di cosa parlassero. Avevo però scelto corsi di lingua straniera, arte e sport per cui un po’ alla volta tutto è diventato più facile. Al di là delle lezioni in classe, tutti parlano molto bene l’inglese. La scuola di Jyväskylä è molto moderna e tecnologica, gli allievi hanno un rapporto molto stretto e familiare con gli insegnanti. Il sistema scolastico a mio parere è vantaggioso per gli studenti. L’anno scolastico è diviso in sei periodi, durante i quali seguono le lezioni di cinque materie per poi sostenere a fine corso i relativi esami, tutti scritti.
La città è moderna, non ha edifici storici, la natura è molto varia, ci sono bellissime foreste e laghi nelle vicinanze. La famiglia presso cui vivevo si è meravigliata che apprezzassi la loro cucina, fatta essenzialmente di salmone e pesce in genere, riso, lihapulla (una sorta di polpette di carne di manzo). Mi ha fatto molto effetto vedere che pasteggiano con acqua o … latte. Particolari anche gli orari dei pasti: si pranza alle 10.45 (io consumavo il pranzo a scuola a quell’ora (ma è così anche nelle case) e si cena a metà pomeriggio. Prima di coricarsi un altro piccolo pasto a base di dolcetti e tisane.
Ho imparato discretamente la lingua, per lo meno per potermi spiegare e comprendere quanto mi veniva detto. A questo punto mi piacerebbe tornarci per un intero anno scolastico, così come spero di poter conoscere il Brasile, altro paese che mi attira molto».
Come detto sopra, Carlotta dimostra di avere un animo esterofilo… e, sotto sotto, si è anche capito che a Jyväskylä ha lasciato un pezzettino di cuore… ma questi sono fatti personali sui quali non vogliamo indagare…