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14 Febbraio 2014 | Mostre

“O Dolci baci, o languide carezze”, perché l’Amore è una cosa meravigliosa

Ce lo racconta una mostra al Museo della Figurina di Modena fino al 2 marzo

A cura di Carlo Tovoli

14 febbraio 2014

L’amore è una cosa meravigliosa? Noi vogliamo crederci intensamente e per questo, incuriositi, entriamo nelle sale del Museo della Figurina di Modena dove è in un corso una mostra che ci racconta in oltre 300 immagini d’epoca le gioie (ma pure i dolori) dell’amore, registrando anche i cambiamenti del costume a partire almeno dalla metà dell’Ottocento.

Si va dalle galanterie dell’“amor cortese” agli ammiccamenti dei calendarietti, dalle passioni tragiche dei libretti d’opera alle scene maliziose delle scatole di fiammiferi, alle figurine e illustrazioni che in tanti modi diversi declinano il sentimento amoroso. Tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima del Novecento, epoca d’oro della cromolitografia, le immagini rispecchiano precisi canoni di corteggiamento: sguardi che fanno arrossire, tête-à-tête danzanti,  occhiate esplicite, languide serenate, parole sussurrate, cuori che civettano tra diversi pretendenti, baciamano loquaci. Ben rappresentate sono anche le occasioni d’incontro, di cui alcune ricorrenti, dalla pista di pattinaggio alla passeggiata in bicicletta, dall’uscita in barca alla dichiarazione nel salotto borghese. Il tutto è ben riassunto nell’interrogativo che apre la prima sezione della mostra, ovvero “Permette signorina?”

La seconda sezione ci riporta brutalmente alla realtà: il titolo “Non solo per amore” ci ricorda che non tutte le galanterie sono mosse dall’affetto: qui numerose immagini, con la disinvoltura di un periodo in cui il matrimonio per interesse era tutt’altro che scandaloso, mostrano scaltre cocotte o giovanotti infidi che raggirano vittime benestanti per intraprendere una rapida ascesa sociale. Per fortuna la terza sezione, dal titolo “Lieto Fine”, ci rincuora un po’: calendarietti e figurine raccontano di storie impossibili tra innamorati, magari appartenenti a ceti sociali differenti, che hanno il mondo e il destino contro, ma che alla fine “vissero felici e contenti”. Una passione così forte ha anche i suoi lati “oscuri”. E’ il “mal d’amore” della quarta sezione dove si mettono in scena le conseguenze negative del sentimento: lo struggimento dell’abbandono dovuto alle partenze per il fronte oppure la disperazione del tradimento, ma anche le violenze domestiche, come documentano – pur senza condannarle, seguendo un atteggiamento comune all’epoca – molte scatole di fiammiferi, le meno reticenti tra i materiali del Museo a illustrare quanto si cela dietro le apparenze del mondo borghese. D’amore si muore. ce lo ricorda la quinta sezione  che si apre con un giornale d’epoca del 1887, “Verdi e l’Otello”, dedicato all’opera verdiana, simbolo della passione d’amore che acceca. Attraverso personaggi mitologici, letterari e teatrali, le figurine parlano degli esiti drammatici della passione amorosa, che sfociano nella morte violenta. Tra i personaggi ritratti, Canio dell’opera lirica “I Pagliacci” di Leoncavallo, Norma, Aida, Madama Butterfly e Cyrano.

Torniamo finalmente alla leggerezza e al gioco nella sezione “Risate di cuore”: qui dominano doppi sensi e sfacciate verità circa le situazioni tipiche del corteggiamento, del tradimento o della vita matrimoniale. Ne scaturisce un umorismo dai risvolti piccanti, ridanciani o più sottili, come nella serie “Microbi del bacio”, che svela i possibili retroscena del più comune gesto d’affetto.
L’ultima sezione, “Amori famosi”, è riservata ai seduttori come Casanova, Don Giovanni, Lady Hamilton, Messalina, Rodolfo Valentino, e alle coppie famose della storia e della letteratura: Paolo e Francesca, Romeo e Giulietta, Antonio e Cleopatra, Renzo e Lucia. Non mancano i divi del cinema, con una selezione dalla ricca collezione del Museo a loro dedicata.

Le immagini del Museo, piccole e ricche di dettagli, sono proiettate anche su grande schermo, mentre nelle cornici elettroniche all’interno delle vetrine le minute scatole di fiammiferi vengono ingrandite per facilitare la lettura delle didascalie. Infine, spezzoni di film immortalano scene d’amore, a partire dal primo bacio della storia del cinema, che fece scalpore nel 1896, attraverso “Metropolis” e “La donna misteriosa”, fino allo spogliarello di “9 settimane e ½” o alla scena del tornio di “Ghost”.

E per tutto questo non si deve nemmeno pagare: l’ingresso è gratuito, anche per San Valentino! Tutte le info sul sito www.museodellafigurina.it

Un saluto da Carlo Tovoli

L’amore è una cosa meravigliosa
Modena, Museo della Figurina
Corso Canalgrande 103
Orari:
da mercoledì a venerdì 10.30-13; 15-18
sabato, domenica e festivi 10.30-19
lunedì e martedì chiuso

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