Il Montefeltro, definito da Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani “la valle più bella d’Italia”, profondamente amata anche da Tonino Guerra e Umberto Eco, diventa una nuova meta di conoscenza grazie a un nuovo progetto culturale e turistico interregionale: Terre di Piero, strutturato da Apt Servizi, che coinvolge Emilia-Romagna, Marche, Toscana e Umbria.
Il territorio del Montefeltro ha ispirato infatti famose opere di celebri pittori del Rinascimento come Piero della Francesca e Leonardo da Vinci. C’era chi pensava che quegli sfondi ai ritratti di nobili dame e gentiluomini, fossero paesaggi immaginari, ma oggi sappiamo che non è così di fronte alla ricerca di due studiose Rosetta Borchia e Olivia Nesci, ormai definite “cacciatrici di paesaggi”, che li hanno riconosciuti come luoghi appartenenti al Montefeltro, una zona tra Emilia-Romagna, Marche e Toscana. Dai risultati di queste ricerche iniziate nel 2007 emerge che è proprio tra i picchi e le rupi calcaree della Valmarecchia e le dolci colline della valle del Metauro che si sono “materializzati” i più grandi capolavori del Rinascimento italiano.
L’avventura è iniziata con l’individuazione di un primo elemento del fondale che è alle spalle di Federico da Montefeltro, nel Dittico dei Duchi di Urbino di Piero della Francesca (esposto alla Galleria degli Uffizi, Firenze), che vede come sfondo la Vallata del fiume Metauro nel territorio dell’antico Ducato di Urbino.
Per l’eccezionalità della scoperta, Rosetta Borchia, pittrice ed esperta di paesaggi d’arte, dà inizio a una serie di ricerche storico-artistiche che insieme alle indagini scientifiche di Olivia Nesci, geomorfologa dell’Università di Urbino ed esperta del paesaggio fisico, hanno portato al riconoscimento di tutti gli sfondi del Dittico (ritratti di Battista Sforza e di Federico da Montefeltro e I Trionfi).
Questo approccio metodologico, assolutamente innovativo, sperimentato per la prima volta su paesaggi pittorici, ha posto le basi scientifiche per le indagini che hanno portato al ritrovamento di altri sfondi di opere pierfrancescane in tutto il territorio del Montefeltro (San Gerolamo e un devoto, Il Battesimo di Cristo, La Natività e La Resurrezione). I fondali rappresentati, infatti, sono i paesaggi che Piero incontrava percorrendo la strada che dalla sua Sansepolcro lo portava alle Corti di Urbino e di Rimini.
Per spiegare poi le possibili modifiche ambientali le ricercatrici hanno associato gli aspetti storico-artistici del territorio, alle biografie degli artisti e ai documenti dei loro committenti, agli aspetti matematici, ecologici e di evoluzione del clima. Grazie alla tecnologia informatica, il territorio viene rilevato e analizzato con audaci diagnostiche come l’utilizzo di droni. È del 2008 il riconoscimento del paesaggio della Gioconda di Leonardo da Vinci tra Romagna, Marche, Toscana e Umbria.
Da queste scoperte è nato Montefeltro Vedute Rinascimentali, un progetto di grande interesse storico, culturale e turistico, che in questi anni è stato presentato con successo in diversi contesti istituzionali e culturali con conferenze ed una mostra ad Amsterdam, Londra, Sofia, Lione, Panama, Helsinki, Cracovia, Beirut, cui seguiranno Parigi e Istanbul nel corso del 2016, grazie alla collaborazione degli Istituti Italiani di Cultura.
L’11 Aprile questi “paesaggi dipinti” saranno oggetto di una conferenza organizzata da Isabelle Mallez, direttrice dell’Istituto di Cultura Francese e Console Onorario a Firenze, con la presenza di Neville Rowley, esperto di Piero della Francesca, docente all’Ecole du Louvre di Parigi e Conservatore per l’arte italiana dei Secoli XIV e XV al Gemäldegalerie e al Bode-Museum di Berlino, e di Paolo Fabbri, semiologo riminese di fama internazionale, che ha ricoperto prestigiosi incarichi presso importanti istituzioni culturali in Italia e all’estero.
Ma il progetto Montefeltro Vedute Rinascimentali realizzato dall’Associazione omonima, grazie al supporto dell’Assessorato Cultura della Regione Emilia-Romagna e della Regione Marche, non si ferma qui. Ha aperto la strada a nuove forme di turismo culturale, con la creazione di percorsi artistici e paesaggistici. Nel progetto “I balconi di Piero” finanziato da Provincia di Rimini e Regione Emilia Romagna, sono stati creati “punti di avvistamento culturale” con pannelli didattici in cui sono riprodotti i quadri che hanno per sfondo gli stessi paesaggi. Si tratta di spazi panoramici, piccoli belvedere disseminati lungo le due strade che Piero percorreva per raggiungere i committenti a Urbino e a Rimini: sette balconi su sette “sfondi d’arte” che creano un Museo diffuso e che fanno riferimento alle opere del Dittico dei Duchi di Urbino, Ritratto di Federico da Montefeltro, Ritratto di Battista Sforza, I Trionfi; e San Gerolamo e un devoto; La Resurrezione; Il Battesimo di Cristo e La Natività.
Finanziato dal Gal Montefeltro e dalla Regione Emilia Romagna, c’è anche il progetto Montefeltro, terra della Gioconda che prevede l’installazione di diversi vista point nel territorio del Montefeltro, sfondo del celebre dipinto. Attualmente, col contributo della Regione Emilia-Romagna, ne sono stati realizzati due nel territorio di Pennabilli (Rn): al Roccione e al Monte Costagrande. Questi primi due punti di osservazione raffigurano la parte destra del quadro, in particolare il primo tassello in basso mostra la zona del ponte sul fiume Marecchia e l’abitato di Pennabilli. È stata anche creata una segnaletica turistica per meglio raggiungere la meta prevista e, a breve, sarà allestito anche un centro visite a Pennabilli.
Montefeltro Vedute Rinascimentali fa parte del più ampio progetto interregionale Terre di Piero, strutturato da Apt Servizi, che coinvolge Emilia-Romagna, Marche, Toscana e Umbria.
Dal 2013 vengono organizzate visite guidate ed eventi con un ospite d’eccezione: Piero Della Francesca interpretato da un attore arriva a cavallo e racconta se stesso, i paesaggi, le sue opere. La media delle presenze collettive annue va da 600 a 750 visitatori, fra italiani (50% circa) olandesi, francesi e statunitensi. Questa evoluzione progettuale è stata possibile anche grazie al lavoro di Davide Barbadoro, Project Manager, e Silvia Storini che hanno seguito ogni fase organizzativa e il coordinamento complessivo dell’intera programmazione.