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2 Maggio 2015 | Paesaggio dell'anima

Parma tra melomani e gourmet

Un viaggio in regione attraverso la musica

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri

Tommaso Traetta: Litanie a 4 voci. Rosa mystica.

Dire Parma e dire musica, cari ascoltatori, è la stessa cosa. Il Teatro Farnese, il Teatro Regio, Nicolò Paganini, Giuseppe Verdi, Arturo Toscanini, fanno di questa città un luogo eletto per la musica, oltre che per il cibo. L’aveva capito l’illuminata sovrana di Parma, la duchessa Maria Luigia d’Austria, che appena arrivata in città nel 1816, scrisse in una lettera ai familiari: «Ho nelle mani il modo di rendere felice quattrocentomila anime: di proteggere le scienze e le arti … I parmigiani, melomani e gourmet, non chiedono di meglio come programma politico». Parma era già un laboratorio musicale al tempo dei Farnese, che oltre al bellissimo teatro ultimato nel 1618, istituirono la cappella di corte, la Compagnia dei Violini, la Reale Scuola di Ballo, la Reale Scuola de’ Cantanti, e chiamarono musicisti come Tommaso Traetta, con il quale abbiamo aperto la nostra puntata di oggi.
Grande impulso allo sviluppo delle arti e all’amore per la musica lo diede poi Maria Luigia, che nel 1819 istituì il Conservatorio musicale, chiamando a dirigerlo Nicolò Paganini.

Nicolò Paganini: Concerto per violino in mi maggiore n. 3. Adagio, cantabile spianato.

Questo bellissimo concerto fu composto da Paganini nel 1826. Parma oggi ricorda il suo musicista dedicandogli l’Auditorium progettato dall’architetto Renzo Piano  e dotato di sofisticati impianti acustici. Un altro musicista che ebbe un forte legame con Parma fu Arrigo Boito, direttore dal 1890 del Conservatorio poi a lui intitolato. Come compositore, Boito è ricordato per il Mefistofele, un melodramma rappresentato alla Scala di Milano nel 1868. Come librettista, firmò niente meno che l’Otello e il Falstaff di Giuseppe Verdi. Dall’Otello ascoltiamo Fuoco di gioia, nell’interpretazione di Claudio Abbado con l’orchestra e il coro del Teatro alla Scala di Milano.

Giuseppe Verdi: Otello. Fuoco di gioia!

Parmigiano era anche Ildebrando Pizzetti, nato nel 1880, scelto da Gabriele D’Annunzio per comporre le musiche di scena delle trasposizioni cinematografiche della sua tragedia La nave e di Cabiria, il primo kolossal del cinema italiano. Alla fine di una carriera costellata di successi, Pizzetti tornò a Parma per presiedere l’Istituto di Studi Verdiani. Come Respighi, Casella, Malipiero e altri compositori della sua generazione, Pizzetti cercò di andare oltre il melodramma verdiano e verista che aveva condizionato la scena musicale italiana e che dopo la morte di Verdi aveva perso smalto. Pizzetti ha cercato di riformare il teatro musicale ed è ricordato anche per le liriche da camera e le composizioni strumentali.

Ildebrando Pizzetti: Tre canti. I. Affettuoso.

Non possiamo, cari amici, concludere questa breve carrellata su Parma e la musica senza parlare di Arturo Toscanini. I critici musicali lo considerano il più grande direttore d’orchestra del Novecento, e la sua sfolgorante carriera di direttore delle più importanti orchestre del mondo avvalora questa affermazione. Arturo Toscanini si era avvicinato alla musica molto giovane, incoraggiato dal padre Claudio, sarto e corista di fede garibaldina. Arturo studiò violoncello al Conservatorio di Parma e impugnò per la prima volta la bacchetta di direttore in Brasile nel 1886 quando, durante una tournée in cui suonava il violoncello, gli orchestrali gli chiesero di sostituire il direttore brasiliano che non gradivano. La guida del Teatro Regio di Parma nel 1895 fu l’inizio di un successo planetario, che lo portò alla Scala di Milano, al Metropolitan e poi alla Filarmonica di New York, all’Orchestra sinfonica della NBC americana e infine a dirigere come ospite le più importanti orchestre del mondo. Lasciò l’Italia per gli Stati Uniti nel 1931, dopo lo schiaffo preso a Bologna da un fascista per essersi rifiutato di eseguire l’inno del regime “Giovinezza” al Teatro Comunale. Da Parma a New York, la musica che già avrete riconosciuto è la Rhapsody in Blue di George Gershwin, eseguita nel 1942 dalla NBC Symphony Orchestra diretta da Arturo Toscanini. Woody Allen la usò per il suo film Manhattan.

George Gershwin: Rhapsody in Blue. Arturo Toscanini & NBC Symphony Orchestra.  

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