Alto, bello, idee chiare e mano veloce: sembrava davvero un personaggio dei fumetti di avventura, Paul Campani. A cominciare da quel nome che si era dato per rendere più esotico il Paolo dell’anagrafe, che però, per un tocco di eleganza snob, voleva pronunciato all’italiana. La storia che vi raccontiamo oggi, care amiche e cari amici di RadioEmiliaRomagna, ci porta tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, ai primordi della pubblicità televisiva italiana. Un’epoca che i meno giovani associano ancora alla fanfara iniziale di “Carosello”, la trasmissione serale in cui reclame, cartoni animati e canzoni divertenti si mescolavano, dando vita a celebri tormentoni.
Nato a Modena nel 1923, Campani ha solo sedici anni quando realizza la sua prima storia a fumetti per gli “Albi dell’Intrepido”. Subito dopo la guerra, insieme allo sceneggiatore Max Massimino Garnier, crea il personaggio di Misterix uno dei primi supereroi made in Italy. Collabora con il gruppo veneziano della rivista “Asso di Picche”, di cui fa parte Hugo Pratt, e anch’egli pubblica molte delle sue storie in Argentina, ma resiste alla tentazione di trasferirsi oltre oceano, come fecero molti di loro cercando fortuna. Sogna di fare cartoni animati, però stando ben piantato nella sua città.
Il 2 settembre 1954 fonda la “Paul Film”. Insieme a lui il fido Garnier e Secondo Bignardi. Cominciano con pochissimi mezzi e tante speranze. Tre anni dopo, quando l’unico canale televisivo della RAI manda in onda la prima puntata di “Carosello”, Campani è pronto a sfornare personaggi destinati a restare nella memoria degli italiani, ben oltre i due minuti di durata di quegli antenati degli spot. L’Omino coi Baffi per la Bialetti, Miguel “son sempre mi” per la Talmone, e poi Svanitella Svanitè, Gigino Pestifero, il signor Taldeitali, Gibaud, Tit-Tap e tanti altri.
Negli anni Sessanta la “Paul Film” vive in pieno la stagione del boom economico: la casa di produzione modenese arriva a contare un’ottantina di dipendenti, occupa un intero edificio in via Agnini, allestisce al suo interno un teatro di posa per le riprese televisive. Un giorno del 1968, per registrare musiche originali, scrittura niente meno che Louis Armstrong.
Insieme al successo arrivano anche i problemi di gestione di una macchina sempre più lanciata. Una gestione resa certo meno facile dal carattere forte di Campani, che accentra sempre più su di sé il controllo di ogni fase di lavorazione, inimicandosi alcuni dei suoi collaboratori.
Quando nel 1977 “Carosello” va in soffitta, la “Paul Film” non riesce a sopravvivere ai cambiamenti. La pubblicità è diventata adulta, i tempi si sono abbreviati impietosamente, persino il cartone animato non è più lo stesso dopo l’arrivo di “Goldrake” e dei megarobot giapponesi. Gli ultimi anni di Campani, dopo il ritiro, sono dedicati alla pittura e alla scultura.
Restano le testimonianze di una stagione fortunata, rievocate da un reportage e da un video appassionati di Anna Ferri e Martino Pinna. Vi proponiamo l’ascolto dell’audiovisivo, rimandandovi per la lettura al magazine online “Converso“.