Cari ascoltatori, eccovi ancora insieme a Marina Leonardi. In questa nuova puntata dedicata ai prodotti e alla tipicità, parliamo di Pellegrino Artusi, il celebre e celebrato gastronomo forlivese. Artusi ha pubblicato per la prima volta il suo ricettario nel 1891, è passato ben più di un secolo eppure il suo nome e le sue preparazioni sono sempre sulla cresta dell’onda. E non solo nel nostro paese dove, peraltro l’ultima edizione è del 2010. Dovete sapere che il manuale dell’Artusi, La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene, è stato tradotto in inglese, olandese, portoghese, spagnolo, tedesco e francese. Ricordiamo che la traduzione portoghese è stata realizzata dall’Associazione Emiliano Romagnola Bandeirante di Salto e Itu in Brasile, presieduta da Amauri Chaves Arfelli, componente della Consulta degli emiliano romagnoli nel mondo e di origini forlivesi.
A testimonianza che gli occhi del mondo sono ancora puntati su Artusi, oggi volevo parlarvi di una iniziativa che si è tenuta solo pochi giorni fa tra Bertinoro e Forlimpopoli e che ha visto la partecipazione di 160 studiosi tra cui 30 relatori, da tutto il mondo. Si tratta del convegno internazionale sul tema “Cibo, tradizione e traduzione” promosso e curato dal Dipartimento di Interpretazione e Traduzione della Scuola di Lingue e Letterature, Traduzione e Interpretazione dell’Università di Bologna e curato dalle docenti Linda Rossato e Delia Chiaro, ospitato appunto nel Centro residenziale.
Un appuntamento sul filo conduttore di Pellegrino Artusi raccontato direttamente dal primo centro di cucina d’Italia, Casa Artusi, insieme ad altri protagonisti della scena gastronomica internazionale. Tra gli interventi, Mario Mazzoleni dell’ateneo bolognese che ha tenuto una lezione sulla Ricetta numero 43 del “Riso alla cacciatora”, mentre Anabela Ferreira ha illustrato la traduzione dell’Artusi in lingua portoghese pubblicata in Brasile, di cui parlavamo proprio poco fa.
Non stupisca tutto questo interesse dell’Artusi in giro per il mondo. La studiosa Joanne Hollows ha illustrato come il cibo “made in Italy” nel Regno Unito abbia un ambasciatore speciale sui canali televisivi: proprio il gastronomo di Forlimpopoli. Sulla prestigiosa BBC il conduttore Giorgio Locatelli illustra la cucina italiana, prendendo come guida proprio l’Artusi. Lo stesso fa la trasmissione Two Greedy Italians con gli chef Contaldo e Carluccio, quest’ultimo fondatore della omonima catena di ristoranti e alimentari di successo, molto in voga a Londra.. Tutto ciò non nasce dal nulla. Alcuni anni fa proprio la BBC era andata in visita a Casa Artusi con Gennaro Contaldo e Antonio Carluccio che con grande emozione si erano seduti alla scrivania di Artusi. E qualche mese fa sempre la BBC è tornata in Casa Artusi per riprendere in Scuola di Cucina il celebre chef Theo Randall, la cui impronta è ancora oggi affissa nel registro presenze con la dedica: “grazie per avermi fatto cucinare in Casa Artusi”.
Insomma, se la cucina italiana continua a far breccia nel mondo è anche attraverso Pellegrino Artusi secondo cui “il buon cibo nasce da buoni valori”.
E con questa massima che resiste ai secoli vi lascio su uno standard che resiste agli anni, Let’s Call the Whole Thing Off cantata da altri due inossidabili personaggi, Louis Armstrong ed Ella Fitzgerald, un saluto da Marina Leonardi.