Il Pil dell’Emilia-Romagna sale dello 0,3 per cento, in controtendenza rispetto alla media italiana che segnala una diminuzione dello 0,4 per cento. A sostenere l’economia della nostra regione è soprattutto l’export, che fa segnare un aumento del 4,2 per cento. Il 2015 si apre dunque con la prospettiva di una moderata ripresa , si parla di un +1,0 per cento. È questo il quadro che emerge dal Rapporto sull’economia regionale 2014 realizzato da Unioncamere e Regione, presentato a Bologna lunedì. Il presidente Stefano Bonaccini, al tavolo dei lavori di presentazione del Rapporto lo ha così commentato:
intervista a Stefano Bonaccini, presidente Regione Emilia-Romagna
I numeri del rapporto, anche se orientati al segno positivo, sono ancora lontani dalla situazione pre-crisi del 2007. Vediamoli un po’ più in dettaglio: secondo i dati Istat, nei primi nove mesi del 2014 le esportazioni dell’Emilia-Romagna sono cresciute del 4,2 per cento, contro un 1,4 per cento in Italia; e un +3,0 per cento nel Nord-est, collocando la regione tra le più dinamiche del Paese. Questa crescita porta con sé anche una leggera diminuzione dei prezzi impliciti all’export (-1 per cento), segno di politiche commerciali attente a mantenere quote di mercato anche a costo di comprimere i margini di guadagno. L’export è risultato essere l’unico concreto sostegno all’economia, arrivando nel 2014 a incidere in termini reali per il 37,5 per cento del Pil rispetto al 35,7 per cento del 2013. In questo contesto la fanno da star i prodotti metalmeccanici con il comparto dell’automazioni industriale cresciuto del 2,0 per cento. Mentre Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi aumentano la quota export del 9,0 per cento. La moda – con l’11,8 per cento dell’export – è cresciuta del 5,3 per cento. È diminuito invece dello 0,4 per cento il sistema agroalimentare. Crescono del 5,8 per cento le piastrelle, i farmaceutici (+8,6 per cento), gli articoli in gomma e materie plastiche (+4,4 per cento) e i mobili (+14,2 per cento).
Il numero delle imprese è diminuito a fine settembre 2014, dell’1,1 per cento, si parladi circa 4.600 imprese: un dato che dalla fine del 2011 diminuisce costantemente. Ogni comparto industriale ha accusato diminuzioni, con l’unica eccezione di quello energetico che segna un +2,1 per cento grazie alle produzioni da fonti alternative. Ancora in calo l’agricoltura, mentre il terziario ha mostrato una maggiore tenuta. Si segnalano un leggero incremento dell’occupazione e una nuova crescita delle persone in cerca di lavoro.
Anche la produzione dell’industria in senso stretto è mediamente diminuita dello 0,5 per cento rispetto ai primi nove mesi del 2013. In particolare il volume di affari dell’industria edile è diminuito del 4,6 per cento. Sono diminuite anche le vendite al dettaglio in forma più attenuata rispetto alla situazione pesantemente negativa emersa nei primi nove mesi dell’anno precedente. L’agricoltura è stata penalizzata dalla riduzione dei prezzi alla produzione, qui l’occupazione è calata dell’1,1 per cento e altrettanto è avvenuto per la consistenza delle imprese (-3,0 per cento). In riflusso il mercato del credito: secondo la Banca d’Italia, a fine settembre 2014 gli impieghi bancari “vivi”, ovvero al netto delle sofferenze, concessi alle imprese e famiglie produttrici, sono diminuiti tendenzialmente in Emilia-Romagna del 4,9 per cento. Crescono al contempo i depositi e le sofferenze.
Una situazione dunque ancora complessa che Maurizio Torreggiani, presidente di Unioncamere, commenta ai nostri microfoni:
intervista a Maurizio Torreggiani, presidente di Unioncamere Emilia-Romagna