25 dicembre 2009
Un anno, ormai in chiusura, con tanti segni “meno”. È il 2009, anno nero per l’economia globale e locale, che ha segnato profondamente anche l’Emilia-Romagna, e che si chiuderà in regione con un calo del Pil del 4,6%, mentre la media nazionale è del – 4,8%. È solo uno dei tanti numeri contenuti nel Rapporto realizzato da Unioncamere Emilia-Romagna e Regione: -3,2% per la domanda interna, flessione del 14,9% della produzione industriale che si affianca a un -13% nel valore aggiunto. Giù anche le esportazioni, scese del 22,9%.
Più contenuto invece l’impatto negativo sui posti di lavoro. Per il 2009 il tasso di disoccupazione in Emilia-Romagna è al 3,7-4% rispetto al 3,2 dell’anno precedente. Va però sottolineato il peso determinante del massiccio utilizzo degli ammortizzatori sociali e, in particolare, degli ammortizzatori in deroga applicati anche a tutte le piccole imprese di settori prima non coperti e ora attivati con l’intervento della Regione. Quarantamila i licenziamenti evitati. Ne parla Duccio Campagnoli, assessore alle Attività produttive.
Intervista a Duccio Campagnoli
Per il 2010, le previsioni di Unioncamere e Prometeia descrivono per l’Emilia-Romagna uno scenario di ripresa, seppure contenuta. Il Pil dovrebbe crescere in termini reali dello 0,9%, recuperando parzialmente sulla flessione del 4,6% prospettata per il 2009. Ma non basta: per Campagnoli occorre fare di più.
Intervista a Duccio Campagnoli
L’impatto della crisi non si è manifestato con la stessa intensità in tutta la regione: sotto stress è principalmente l’industria meccanica “esportatrice” e quella ceramica. Le province che hanno quindi risentito maggiormente della congiuntura negativa sono state Modena e Reggio Emilia. La parola ad Andrea Zanlari, presidente Unioncamere Emilia-Romagna.
Intervista a Andrea Zanlari
