Sono cartoline gigantesche, in formato sei metri per tre, quelle che dal 1 luglio invadono gioiosamente e giocosamente la città di Rimini. Cartoline che Rimini spedisce a se stessa mettendo a nudo i suoi simbolismi e le sue contraddizioni, tra immaginario e realtà.
“Saluti da Rimini” è la frase innocente che accompagna le otto diverse opere di Maurizio Cattelan realizzate con la complicità del fotografo Pierpaolo Ferrari e del team di “Toiletpaper”, celebre rivista firmata dal duo e oggi presente nei principali musei del mondo. Otto manifesti collocati in altrettanti luoghi simbolo della città (tra cui il Ponte di Tiberio, l’Arco di Augusto, il Teatro Galli, Castel Sismondo, la Rotonda del Grand Hotel, la Stazione), per dare vita a una mostra all’aperto che vede come allestitori gli attacchini comunali i quali affiggeranno fino al 30 settembre e con cadenza settimanale i 1200 manifesti stampati.
Ai confini tra arte contemporanea ed estetica pubblicitaria, questo originale progetto di arte pubblica, promosso dall’Amministrazione comunale e curato da Maria Cristina Didero, gioca sul tema dell’identità attraverso le potenti armi della provocazione con immagini graffianti e/o seducenti che certamente non lasciano indifferenti e riescono nell’obiettivo di riaccendere i riflettori sulla città di Amarcord.
Partiamo per il nostro viaggio urbano, cari ascoltatori, da uno dei manifesti più discussi, allestito sulla parte alta del Teatro Galli: un uomo ritratto dalla cintola in giù, in costume, che dimostra la sua potente virilità alzando una pietra con il proprio sesso. Del resto siamo o non siamo nella terra dei vitelloni, dei bagnini sciupafemmine e del mito del “macho latino”, oggi forse un po’ in declino? Strisce di dentifricio fanno invece da costume – quasi adamitico- a un non ben identificato posteriore, femminile forse. La leggendaria invasione teutonica degli anni Settanta è ricordata attraverso una macchina BMW gialla ricoperta di lattine di birra. L’immagine non poteva che essere esposta davanti alla stazione ferroviaria. E poi tanto cibo: dagli spaghetti che ricoprono un uomo in giacca e cravatta, il tutto molto vintage, sul Ponte di Tiberio, alla ragazza in estasi sopra un tappeto di patatine fritte, appesa alla ruota panoramica. Peccati di gola da cui a fatica due mani maschili cercano di liberarsi recluse come sono dentro una gabbia che ha per sbarre delle salsicce…immagine che potete vedere sul muro di Castel Sismondo, alzando lo sguardo dalle bancarelle se è giorno di mercato…
E per i collezionisti il portfolio di otto cartoline che, c’è da scommetterci, diventeranno presto un cult!
Tutte le informazioni sul sito www.comune.rimini.it Un saluto da Rimini da Carlo Tovoli