3 febbraio 2009
Sara Zuffa ha realizzato il suo sogno: vivere in Finlandia, paese femminista e all’avanguardia.
La storia che vi leggiamo in questa puntata è tratta da “Imolians”, la rubrica dedicata agli imolesi che vivono all’estero de “Il Nuovo Diario Messaggero”, settimanale e sito web di Imola, cittadina a 30 km da Bologna. Raccontata in prima persona, la vicenda di Sara Zuffa è stata raccolta da Maria Adelaide Martegani.
«La mia passione sfegatata per questo Paese è nata ai tempi del liceo, quando venni a conoscenza di alcune band finlandesi a cui mi interessai al punto di cominciare a cercare tutte le notizie possibili riguardo la Finlandia, la sua cultura, la sua gente. Frequentavo il linguistico all’Alessandro da Imola e ogni anno chiedevo di poter ospitare dei finlandesi in occasione degli scambi tra studenti: immaginate la mia gioia quando finalmente si realizzò il mio desiderio, gioia ancora più grande quando ebbi l’occasione di unirmi alla seconda fase dello scambio, andare con altri studenti italiani a Jyväskylä, dove trovai tutto ancor meglio di quanto mi aspettassi: la musica, la mentalità delle persone, il clima, tutto corrispondeva ai miei canoni.
Per non parlare degli sport: non amo il calcio e qui di calcio si parla poco, ma tra gli sport più popolari ci sono l’hockey e l’atletica, che io stessa praticavo a Imola. In particolare, il giavellotto: i più grandi campioni sono di queste parti!
Il freddo è secco, si regge bene. Le lunghissime notti invernali non sono un problema per un “vampiro” come me, mentre in estate è difficile abituarsi a dormire di notte con la luce, con finestre dotate di sole tende. Però è affascinante trovarsi su un lago a remare in una barchetta di legno nella quiete di mezzanotte con il sole ancora all’orizzonte!
Insomma, dopo il mio primo viaggio in questo Paese una parte di me rimase qui e sentivo il bisogno di tornarci: quei giorni non mi erano bastati e poi per motivi personali desideravo “cambiare aria”.
Terminato il liceo proseguii gli studi dedicandomi al design e alla grafica all’Isia di Faenza. Feci domanda per l’Erasmus in Finlandia: il design scandinavo è segnato da grandissimi nomi come Alvar Aalto e Tapio Wirkkala e ancora oggi continua a sfornare nuovi designers soprattutto nel campo del legno, del vetro e della ceramica. Fui ammessa all’Erasmus e anche ad un corso intensivo di finlandese all’università di Helsinki. Nell’agosto del 2007 eccomi sbarcare a Helsinki e, dopo un mese di corso di finlandese mi trasferii per il mio periodo di Erasmus alla Kuopion Muotoiluakatemia (ovvero Accademia di Design) a Kuopio.
Sono rientrata in Italia per la laurea triennale e grazie ad un accordo speciale tra Isia e accademia di Kuopio ho avuto l’opportunità di continuare a studiare qui. Sono tuttora una studentessa Erasmus, ma senza borsa di studio. Faccio anche qualche lavoretto di grafica per la EMP Italia, una ditta di vendita online, e gestisco i contatti internazionali per un’etichetta discografica di Brescia, la Street Symphonies Records.
Il sistema scolastico e le strutture in Finlandia sono all’avanguardia: ogni aula è dotata di un Pc e proiettore collegato, i laboratori sono attrezzatissimi e si possono usare liberamente, il materiale è a disposizione di tutti, basta segnare quanto e cosa si usa per poi pagarlo a fine semestre. Ho imparato a lavorare i metalli, a fare gioielli, a piegare il legno, a soffiare il vetro, a serigrafare i tessuti, a usare il tornio con le argille e pure la nuovissima tecnica della prototipazione rapida! Il tutto, sempre usando le attrezzature della scuola. Quest’anno mi dedico principalmente alla grafica (finalmente!) e ne sono soddisfattissima. Inoltre collaboro con i tutors della scuola nell’accoglienza dei nuovi studenti stranieri.
Inoltre, un’insegnante di italiano a volte mi invita a fare delle presentazioni di Imola e dell’Italia ai suoi studenti.
I finlandesi hanno una mentalità molto più aperta degli italiani, la Finlandia non è un paese tradizionalista come l’Italia, che spesso si spaventa per le novità e storce il naso davanti alle “stravaganze”. È un paese femminista, le donne possono veramente fare i lavori “da uomini” (non a caso presidente del paese è la signora Tarja Halonen). Molti pensano che i finlandesi siano chiusi, ritengo invece che siano solo un po timidi; quando li si conosce sanno mostrare affetto ed entusiasmo. E in tutto questo io riesco a riconoscermi: in Italia mi sento finlandese, in Finlandia mi sento italiana solo in cucina. Anche se parliamo lingue diverse riesco a comprendere e a farmi comprendere di più di quanto mi capitasse in Italia!
La maggior parte degli immigrati in Finlandia proviene dalla Svezia, dalla Russia o dall’Estonia, pochissimi gli africani e gli asiatici.
La lingua è difficile, ma nelle città molti parlano due o tre lingue e tutti conoscono l’inglese. A Kuopio, cittadina delle dimensioni di Imola, situata nella grande regione dei laghi, nel cuore della Finlandia, molti parlano solo finlandese; io sto seguendo un corso e finalmente comincio ad essere in grado di confrontarmi senza problemi anche con chi non parla inglese. Molto presente qui il supporto dallo Stato, anche economico, per i disoccupati e per gli studenti. Scuole e università sono gratuite e gli studenti ricevono mensilmente una somma sufficiente a pagare l’affitto e provvedere ai pasti; hanno sconti in vari negozi, bar e trasporti pubblici (addirittura il 50% su treni e pullman).
Non voglio dire che la Finlandia sia perfetta, anche qui c’è la burocrazia, al cibo bisogna abituarsi e gli alimentari sono un po’ cari, la gente ha un rapporto “stretto” con l’alcool, proibito ed ambito dai minorenni e spesso abusato dai maggiorenni (d’altra parte con il freddo e il lungo buio invernale non sanno trovare altre soluzioni per divertirsi).
Quanto a me, farò il possibile per restare nella tranquillità della Finlandia. Qui ho ritrovato anche le mie band preferite, proprio nel bar sotto casa! Da qui, “vedendola” da lontano, riesco ad apprezzare di più anche l’Italia.
Non voglio screditare il nostro Paese: io mi sono trasferita qui, ma è anche vero che molti stranieri per lavoro o per conoscere la nostra cultura si trasferiscono nel nostro vecchio stivale! Moikka!»