9 ottobre 2010
Le musiche di questa puntata: Giuseppe Verdi, Fabrizio De André, Astor Piazzolla, Roberto Grela.
Musica. Giuseppe Verdi: Il Trovatore. Vedi! Le fosche notturne spoglie (Coro del Teatro alla Scala di Milano).
Viva Verdi, cari amici! Il Trovatore ha inaugurato il Festival Verdi 2010 di Parma con il grande Yuri Terminakov sul podio dell’orchestra del Teatro Regio e un cast straordinario di cantanti, tra cui Claudio Sgura nel ruolo del Conte di Luna. Il Trovatore, rappresentato per la prima volta nel 1853, è un dramma di passioni forti enfatizzate dal bel canto: mette in scena, nella Spagna del XV secolo, l’amore e la gelosia, la vendetta e l’odio, la lussuria. Un dramma a tinte fosche scritto tra il Rigoletto e la Traviata, con cui costituisce la cosiddetta “trilogia popolare”, la massima espressione del genio verdiano. Il secondo titolo del Festival Verdi 2010 è I Vespri Siciliani, in scena al Regio dal 10 ottobre (il giorno del 197° anniversario della nascita di Verdi) con il sontuoso e romantico allestimento di Pier Luigi Pizzi. Infine, il Teatro Verdi di Busseto ospiterà Attila, altro melodramma di passioni violente che vengono a scuotere il nostro torpore, visto che nella puntata scorsa abbiamo definito la nostra epoca come quella delle “passioni tristi”.
Musica. Giuseppe Verdi: I Vespri Siciliani. Atto II. Preludio (James Levine & New Philarmonia Orchestra).
Cari ascoltatori, cosa ci insegnano gli eroi verdiani? La loro vita drammatica, giocata sempre sopra le righe, smentisce l’epoca delle passioni tristi. Entrate, acuti sonanti, sottolineature orchestrali e la pura commozione della voce ci consegnano al turbinare delle passioni: smisurate passioni, che invocano la tragedia come ineluttabile fine dell’azione umana. Ma nel dramma, c’è la possibilità del riscatto attraverso l’amore, il sacrificio di sé, la commozione e il pianto. La melodia verdiana sottolinea la calda umanità di accenti di questi personaggi: pensate a Violetta nella Traviata, a “quanta verità di umane lacrime troverà il suo canto!”, come ha scritto il musicologo Massimo Mila. Alla fine, l’impeto folle delle passioni si placa attraverso la calda umanità, il senso di fraternità che scaturisce, per reazione, dalla loro stessa violenza. Sta in questa umanità – nota Mila – la grande arte di Verdi, tutta legata alla terra, al cuore, ai sentimenti.
Musica. Giuseppe Verdi: La Traviata. Alfredo, Alfredo, di questo core (Anna Netrebko, Carlo Rizzi & Wiener Philarmoniker).
“Venne l’autunno con l’accorciarsi malinconico delle giornate / ma il compenso / delle luci accese, nella città vivace, in anticipo sull’ora stabilita / così da riflettersi nelle strade lustrate dalla pioggia”. È l’inizio di una poesia di Attilio Bertolucci, il grande poeta parmense, e la città è Parma, naturalmente. L’autunno è dolce, qui, nella “capitale / del dolore e della gioia, gloriosa / di torri, cupole e altane”. Parma, che accoglie i sapori della campagna e dell’Appennino: il fungo porcino che con i suoi profumi ha fatto scaldare le pentole ad Albareto; il “re della nebbia”, cioè il culatello, il più raffinato dei salumi, celebrato al Castello di Roccabianca con una rassegna jazz; e il pomodoro, cui è stato dedicato un museo presso la Corte di Giarola. E stavamo per dimenticare, tra i festival di settembre, quello del Prosciutto di Parma, a Langhirano. Dovunque, nel parmense, musica e gastronomia. Al Festival del Prosciutto, giunto alla tredicesima edizione, abbiamo ascoltato Cristiano, il figlio del grande Fabrizio De Andrè, che con lo spettacolo “De Andrè canta De Andrè” ha vinto l’anno scorso al Mei il premio “Miglior tour dell’anno”. Lo ascoltiamo in un classico del padre, Ho visto Nina volare, dedicato agli amori dell’infanzia.
Musica. Cristiano De Andrè: Ho visto Nina volare (cover di Fabrizio De Andrè).
Restiamo sempre a Parma per segnalarvi un film di una giovane regista parmigiana, Simonetta Rossi, che abbiamo visto in anteprima e che uscirà in dvd nel 2011. Si chiama Ad occhi chiusi ed è un film-documentario sul tango. Girato quasi interamente a Parma nelle scuole di tango, apre le porte su un mondo passionale e travolgente, l’eco di qualcosa cui non è possibile resistere. Cos’è il tango? Due persone strette in un abbraccio che si muovono in sintonia, ad occhi chiusi. Nel film, un ragazzo dice: “Mi sono avvicinato al tango per il disperato amore di una donna”. E una ragazza: “Con una mirada, con uno sguardo, il cuore può andarsene …”. E un altro ancora: “L’abbraccio del tango è qualcosa che la rete, la connessione wi-fi, non ti potrà mai dare, perché tra le tue braccia hai una persona, con la quale provi a parlare attraverso il tuo corpo, dentro la cornice della musica”. Ascoltiamo il famoso Libertango di Piazzolla nell’esecuzione di un ensemble d’archi.
Musica. Astor Piazzolla: Libertango (esecuzione: Lilla Akademien; direttore: Nina Balabina).
Per concludere, cari ascoltatori, le emozioni del tango derivano proprio dal modo in cui si balla. C’è tanto di italiano nel tango, basta vedere i vecchi spartiti dei primi autori, che si portavano dietro la nostalgia dell’emigrante. E poi ricordiamo che il tango è nato dalla terra, perché la milonga deriva dal candomblè, il ballo che gli schiavi neri hanno portato dall’Africa al Rio de la Plata. La “terrestrità” del tango e quella della musica di Verdi: le emozioni sono legate alla terra, alla carne, al sangue. Per il cielo, c’è tempo.
Musica. Roberto Grela, Hugo Diaz, Omar Murtagh & J. L. Colangelo: Milonga triste.