17 novembre 2009
Buongiorno, cari ascoltatori. Oggi parliamo di teatro. Di giovani teatranti e musicisti che, non ancora noti al grande pubblico, inseguono ogni giorno le fatiche della scena e l’incanto della rappresentazione, attraverso un minuzioso lavoro di ricerca sul movimento e la parola. Rendiamo allora questi ragazzi protagonisti della nostra rubrica settimanale, eleggendoli simbolo della creatività sotterranea, non sappiamo quanto apprezzata in Italia. All’estero, senz’altro sì, perché gli Instabili Vaganti di Bologna sono l’unica compagnia teatrale italiana invitata al Festival internazionale di teatro organizzato dal National Theatre of Kosovo, a Prishtina. Il festival è stato inaugurato il 2 novembre proprio dalla performance Stracci della memoria della compagnia bolognese, composta da Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola, con il compositore Andrea Vanzo addetto alle musiche.
Ci facciamo raccontare da Anna Dora Dorno da dove viene questo rapporto con l’est.
L’estate scorsa siete stati protagonisti dell’atelier To the light nella foresta attorno al Grotowski Institute di Wroclaw in Polonia. E ora, la partecipazione alla prima edizione del Festival del Kosovo.
Il tema del Festival teatrale del Kosovo era la ritualità. Come si è collocato il vostro intervento in questo contesto?
Vogliamo ricordare che la vostra esibizione è parte di un progetto di ricerca attorno alle nuove possibilità della performance, patrocinato dall’Università di Bologna e dalla Regione Emilia-Romagna, e con la collaborazione della Fondazione Bauhaus di Dessau in Germania, del Grotowski Institute di Wroclaw in Polonia e dell’Hooyong Performing Art Center in Corea del Sud. La domanda è semplice: cos’è oggi la performance? Che cosa mostra e quale rapporto ha con i nuovi media e le nuove tecnologie?
Quali sono i progetti futuri? C’è ancora l’est nel vostro orizzonte?
Concludiamo segnalando agli ascoltatori che le musiche trasmesse durante l’intervista sono del compositore Andrea Vanzo che collabora con gli Instabili Vaganti.
