Formati a Bologna durante l’heyday dell’indie rock di matrice anglosassone, i Ties hanno sempre posseduto caratteristiche musicali sfaccettate e poco inquadrabili nel singolo concetto di genere. Dal Brit Pop al post-punk, dallo shoegaze al Rock’n’Roll americano, la produzione dei Ties è stata nel tempo accostata a più di un riferimento, pur mantenendo tuttavia un suono altamente riconoscibile e un’identità formata e solida.
Il primo lavoro in studio, “Hello Tokyo”, è un banco di partenza più che un vero e proprio EP: una ricerca energica e poco levigata, tuttavia molto apprezzata da radio e webzines, specie in Belgio e in Gran Bretagna, dove il singolo “Mirrors” riceve diversi passaggi radio.
Nasce da qui “These are the plans”, album del 2012 che non manca di soffrire della inevitabile frammentazione organizzativa (fra riprese, missaggi e mastering il disco passa fra le mani di più di 5 studi) ma che finalmente individua una direzione chiara e certamente più positiva. È un disco di rinascita e di ricongiungimento. Forti di questo ritrovato spirito, i Ties iniziano a comporre “Truth Or Consequences”, senza dubbio il prodotto più coerente, chiaro e incisivo del quartetto bolognese.
Patrizia Santini ha intervistato Emanuele Venturoli.