21 ottobre 2009
Un artista nato è la definizione di Giovanni Corradini: pittore, restauratore, giornalista, scrittore e cartellonista, personaggio importante della storia pubblicitaria del Cile, perché è stato uno dei primi ad affermarsi come cartellonista, arrivando a essere con idee all’avanguardia in campo pubblicitario.
Giovanni è nato a Reggio Emilia il 30 gennaio del 1911. Dopo essersi diplomato ha frequentato a Firenze un corso di restauro, disegno e pittura. Appena ventenne nell’anno 1931 vince il primo premio per il miglior manifesto per la “fiera internazionale del libro di Firenze”.
Nel maggio del 1933 Giovanni però emigrò in Perù con la sua famiglia. Al suo padre Luigi avevano offerto un lavoro come direttore tennico di un pastificio di Lima, chiamato “Fideos y Molino Nicolini”, ma l’animo intraprendente e alla ricerca di avventure di Giovanni lo portarono fino al Cile. Prima, arrivò al porto di Valparaiso dove rimase un anno, lavorando come illustratore di libri, poi si spostò a Santiago dove aprì una agenzia di pubblicità e disegno chiamata “Mis dibujos NINO” (i miei disegni, NINO).
Nino, era il suo nome d’arte e nomignolo, che gli avevano dato fin da piccolo i suoi genitori. Lui lo usava come firma nei suoi dipinti e disegni. In quel periodo della sua vita realizzò le pubblicità per aziende importanti come la Bayer, la Shell, e aziende di pasta del Cile.
All’epoca Giovanni frequentava il Club Italiano di Santiago, punto di incontro dell’emigrazione italiana. Lì conobbe la “bellissima” Liliana Ristori, figlia di due italiani emigrati e la sposò nel 1938.
Purtroppo quell’anno morì in Perù suo padre Luigi di un cancro fulminante, lasciando la vedova Maria Pinetti e due fratelli più piccoli: Anna Maria e Renzo. L’altra figlia Lina, la maggiore, era invece rimasta in Italia perché all’epoca in cui il padre aveva trovato lavoro in Perù, lei era già sposata. Maria Pinetti, ormai vedova voleva tornare in Italia, ma i suoi parenti le dissero che c’era la minaccia di una nuova guerra e che era meglio rimandare. Così lei si trasferì in Cile con i suoi due figli e raggiunse Nino.
In Cile nacquero i due figli di Nino, Marzia e Alfonso.
Nel 1943, Giovanni con la sua famiglia emigrò a Buenos Aires, città più europea secondo il suo giudizio, pensando a un primo passo verso il ritorno in Italia. Ma laggiù c’era la seconda guerra mondiale, così decise di rimanere.
Nino era stato giornalista in Cile per la prestigiosa rivista Zig-Zag: sfruttò questa sua professionalità per continuare a lavorare nel mondo dell’editoria. Nel 1950 illustrò libri di una collana di favole infantili, appartenente alla stessa casa editrice di Zig-Zag (una casa editrice molto conosciuta comparabile alla Mondatori Italiana). Questi volumi, ancora oggi si possono trovare nelle librerie che vendono libri antichi.
Nel 1956, tornando a i suoi studi originari, fu nominato restauratore di quadri al Museo Nazionale di Belle Arti di Buenos Aires, dove sviluppò e perfezionò la sua attività dl restauro, insegnando la materia all’università. Fu la prima volta che venne insegnata all’università di Buenos Aires.
Nel 1975 fu incaricato dall’Unesco per un progetto in merito alla creazione di scuole di restauro per paesi sudamericani come l’Ecuador, la Bolivia, Colombia e Messico. Poi pubblicò 5 libri di restauro: Cuadros Bajo la Lupa (1956), Manual de Restauración (1972-1974), Cuadernos de Apuntes (1972), Radiografia y Macroscopia del Grafismo de Figari (1978) e Eduard Manet “La Ninfa Sorprendida” (1983).
Nino, morì il 5 febbraio del 1985 a Buenos Aires, lasciando in eredità la sua grande esperienza culturale al Cile e all’Argentina (i suoi libri ancora sono usati nelle scuole di restauro di questi paesi). Dal punto di vista personale ha lasciato una grande discendenza: due figli, Marzia e Alfonso, 8 nipoti, e fino a ora 6 pronipoti. Nessuno dei tre fratelli venuti in America è ritornato a vivere nell’amata Italia, neanche la madre Maria. Renzo, il fratello più piccolo ha avuto 4 figli (10 nipoti e 4 pronipoti) e Anna Maria, sposata ad un cileno, ma senza figli, oggi ha 91 anni e abita a Santiago. Le piace questo paese, ma sempre ha ricordi nel cuore della bellissima Emilia-Romagna così come di quell’incredibile uomo che fu mio nonno, Giovanni.