Salta al contenuto principale
5 Dicembre 2009 | Paesaggio dell'anima

Una sera d’inverno a Forlimpopoli

Un viaggio in regione attraverso la musica

A cura di Claudio Bacilieri. Lettura di Fulvio Redeghieri.

5 dicembre 2009

Le musiche di questa puntata: Paolo Fresu Sextet, Mazzy Star, Ludovico Einaudi, Basia Bulat, Raoul Casadei. 

Paolo Fresu Sextet: Notti di dicembre

Bene, cari amici, dicembre è alle porte. Con le sue brine, le mani nelle tasche dei cappotti, le sciarpe colorate, le luminarie natalizie e i suoi fiori d’inverno, gli amaryllis bianchi e le gerbere gialle, o quelli che canta Mazzy Star nella prossima canzone che vi facciamo ascoltare. Intanto, è stata la tromba di Paolo Fresu, il grande musicista sardo con studi e abitazione a Bologna, a introdurci nella particolare atmosfera di dicembre, dove il buio, il gelo e il freddo vanno incontro alla luce, che già risplende negli addobbi natalizi sognando una più mite primavera.

 Mazzy Star: Flowers in December.

 E’ bello in questi giorni starsene al caldo, appannare i vetri con il vapore del brodo dei tortellini, accompagnando la dolcezza del buen retiro invernale con un buon bicchiere di vino Sangiovese. Il nostro viaggio – un viaggio d’inverno, come quello languido e vibrante del pianoforte di Ludovico Einaudi – ci conduce da Ferrara in Romagna, ma cambiando la destinazione che ci eravamo dati, Ravenna. Prima di consegnarci agli splendori di Bisanzio e all’Adriatico, ripieghiamo su Forlì, giusto il tempo di prendere un caffè all’ombra della basilica di San Mercuriale, dove andiamo a visitare il sontuoso sepolcro di Barbara Manfredi, morta ventiduenne nel fosco Quattrocento all’incrocio d’intrighi familiari e politici. A Forlì ritorneremo, ora la nostra meta è una cittadina vicina, che ci si annuncia con la rocca quattrocentesca e la piccola chiesa dei Servi. Parliamo di Forlimpopoli, dove arriviamo all’ora di pranzo, quando ormai si è diradata la foschia del mattino.  

 Musica. Ludovico Einaudi: Il viaggio d’inverno.

 Forlimpopoli vale il viaggio per almeno due motivi. Il primo è la meravigliosa Annunciazione dipinta da Marco Palmezzano nel 1533 per la chiesa dei Servi: c’è una tale grazia, in questa Annunciazione, una purezza d’alabastro, un ritmo morbido che si sposa con la delicata e malinconica “December” della giovane cantautrice canadese Basia Bulat. Ma prima di farvi ascoltare la canzone, dobbiamo dirvi il secondo motivo per cui bisogna venire a Forlimpopoli. Questa è la patria, cari ascoltatori, di Pellegrino Artusi, il padre riconosciuto della cucina italiana, autore de La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, pietra miliare della letteratura gastronomica del nostro Paese. A lui brindiamo con le note profumate del Sangiovese dai sentori di viola, mentre siamo finalmente seduti a tavola, ovviamente al ristorante di Casa Artusi, che è anche osteria, cantina, biblioteca, museo, scuola di cucina, insomma un centro di cultura gastronomica dedicato a tutti coloro che amano sedersi  a tavola e restarci il meglio possibile. Come facciamo noi, mentre fuori il tempo si è volto al brutto, e piove che è proprio dicembre.

 Musica. Basia Bulat: December.

 Pellegrino Artusi visse a Forlimpopoli dalla nascita nel 1820 fino al 1851, anno in cui accadde il fatto che gli cambiò la vita. La sera del 25 gennaio, sotto una pioggerella che sembra quella di oggi, bussò alle porte di Forlimpopoli il Passatore. Il temibile brigante sapeva che quel sabato i cittadini agiati della cittadina erano tutti a teatro, vestiti in abito da gala, pronti per essere derubati. Sbucati dalle quinte del teatro, i briganti comandati dal Passatore salirono sul palco puntando i fucili sugli spettatori. Poi prelevarono un musicista dall’orchestra e gli fecero leggere a voce alta una lista di nomi compilata dalle loro spie. Ogni volta che veniva chiamato un nome, uno spettatore si alzava in piedi, due briganti lo prendevano in consegna e lo accompagnavano a casa sua, dove lo picchiavano fino a che non aveva rivelato il nascondiglio dei soldi o degli oggetti preziosi.
E’ la vicenda raccontata da Raoul Casadei in un liscio del 1973: una “mazurka di periferia” che mitizza un volgare bandito, brutto da far paura e mascalzone. Tra le case prese di mira dal Passatore c’era anche quella di Pellegrino Artusi, ma ne parleremo la prossima volta.

Musica. Raoul Casadei: Il Passatore (Ballata).

Brano corrente

Brano corrente

Playlist

Programmi