Cento anni fa, l’Italia entrava in guerra. La Biblioteca Malatestiana di Cesena conserva più di duemila lettere e cartoline spedite da soldati romagnoli: eccone alcune, scelte tra quelle raccolte in volume dagli studiosi Giuseppe Bellosi e Marcello Savini.
Tupeliano [Tapogliano] 20 novembre 1915
Carissimi Genitori
con molto piacere o recevuto la vostra desiderata lettera e godo molto piacere nel sentire che voi state bene come pure tutta la familia, come cosi vi posso assiqurare di mè. […]
O inteso che la familia di Zoffoli a ricevuto notizie di lui, anzi cio scritto una cartolina anchio alla sua familia, […] a posta perche lo sappia e quando vengo in licenza ce lo dico anche a bocca che aveva piacere che avesse provato anche lui questa vita che lui voleva la guerra e invece di partire volontare a fatto tutti i sacrificci per riformarsi e quelli di noi che avra la fortuna di rimanere salvi in questa guerra faremo unaltra guerra con li interventisti che volevano la guerra, e cuelli averei piacere di farli vedere che conquiste abiamo avuto in questa guerra che li astriaci arivono ancora in Italia con le canonate e farli vedere le st<r>agi di povera gioventù
Cari Genitori vi prego di non pensare male per me che io sto <bene> e siamo accantonati in una casina di contadini e presto dicono che si mandono in’Italia dopo poi mi bisognerà cualche soldo perche in italia si ritirono la indinità di guerra cuindi tira solo 15 centesimi. Ò inteso che avete ricevuto tutte le cartoline che vi o spedito dal fronte non vi lamenterete mica come la familia di Zoffoli, vi dirò che la stagione e bella ma incominciato a fare freddo brinare vi diro che oggi si anno dato la robba di lana calzetti capuccio guanti mutande e camicia e gravatta se mi credeva cosi non mandavo a prendere la robba di casa
Cari Genitori tralasio di scrivere col dirvi di farvi coraggio che presto si rivedremo e paseremo un pochi di giorni di feli<ci>ta altro mi resta ora riceverete i più cordiali saluti e baci assieme alla sorellina Iolanda e mia molie un bacio ai picini sono vostro filio
Farabegoli Primo
Primo Farabegoli / 6° (18°) Reggimento Bersaglieri
Nato il 25 giugno 1891, colono a Formignano, muore il 16 dicembre 1915 all’Ospedale di riserva di Ferrara per broncopolmonite contratta al fronte.
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li 28 giugno 1916
Chari Genitori
Rispondo alla vostra lettera del 25 corrente anche la cartolina del 24 e sono contento nel sentire lottimo stato di vostra salute e cosi e il simile anche di me.
Cara madre Vi dirò che abbiamo avuto due giorni di pioggia continuamente e noi qua sotto come le bestie ma bisogna portare pazienza e sperare sempre in bene e cosi chi sa che non finisca questa questa maladetta querra e cosi potro ritornare a casa a godere la vita come il Tempo passato e vivere tranquilli Tutti asieme
ma cari genitori ora incomincio a capire come si agisse al mondo e come sofre un genitore per un filio mentre invece il filio non e capace di comprendere cosa puo fare e cosa sofre una madre per un filio e quando bene a sofferto Tutti i disaggi della vita per potere indure [all’età] di ventanni per potere contracambiare i beni e i disaggi alla cara mamma e invece ci tocca andare lonttano e quasi dimenticarsi dei genitori per servire non so chi
Ma ora capisco cosa avete fatto per me e cosa fatte ora e come sofrite oma<dre> [avete] anche raggione ma io incomincio a comprendere i dispiaceri dei genitori mentre un filio non pensa e conprende cosa fate ma ora mi pare che il mondo che sia Tutto cambiato e perciò sono Tutto cambiato anchio non potete inmaginare i pensieri e le ideie che mi sia venute da quando sono venuto sotto alle armi
Mentre prima non avevo altro che il pensiero che da divertirmi e di andare vestito bene e non potevo comprendere il dolore dei genitori ma ora e Tutto deverso del passato avevo già incominciato quando sono venuto a casa In licenza o visto come a fatto la povera madre quando sono partito dinuovo per andare al mio distino dove lasiero la mia vita ma sempre coraggio e ma<i> perdersi di sentemento ma però o visto come sofriva e quando sofrirà intanto che sto qua ma cara madre fatevi senpre coraggio e non pensate al vostro filio che si Trova in guerra pensate di conservare la salute e di star bene che io ormai mi sono abituato alla vita mentre voi se pensate a me sono certo che vi amalate e percio non pensate per niente che io mi facio senpre coraggio
o poi inteso che non lasciate passare un giorno senza che mi pensate capisco che avrete il dolore di me ma ora mi viene in mente quando ero a casa che delle volte avevo il coragio di farvi passare dei dispiacere e perche! perche non conprendevo il dolore della mama che a fatto per me ma ora Sono divenuto come un padre di famiglia che cio il pensiero dei filii e dei genitori ma io sono ancora peggio perche la guerra mia preso i sintimenti ma pero sento e capisco il dolore del genitore e cosa avete fatto per me quando ero piccolo e ora che avete soferto per farmi grande e non potere darvi un aiuto per contracambiare quello che avete fatto per me
Ora Tralasio di Scrivere col pensiero rivolto a voi ma vi racomando quando legete questa mia di non mettervi pensieri perche io sono in buona Salute
Saluti e baci alla madre e al padre vostro filio Luigi […]
Luigi Artusi / 115° Reggimento Fanteria
Nato il 29 luglio 1895, muratore a Cesena, muore presso Gorizia il 7 agosto 1916 per ferite riportate in combattimento.
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Verona li 21 febbraio 1917
Cara molia
Rispondo alla tua lettera che ai consegnato a quel soldato e negodo nel sentire che tu stai bene, e come tiposso assi<cura>re di me, Nella lettera sento che mi dici che ai inteso chevado nella sezione mitraliatrice in vece non e vero il destino dove si và non si sà forse andarò ancora in compagnia, sento poi midomanda se ofatto domanda da per me di andare nella sezione mitraliatrici, ti tisei sbaliata non avrai mica idea che io faccio domanda di andare ci da per me, io farei domanda di venire acasa non adover servire questo governo ladro che se ne fà patire di tutte le sorte e poi ne<ll>u<l>ttimo si fà masacrare tutti, io non farrò mai nessuna domanda andarò dove sarò distinato, enogni modo e fortuna quanto siè al fronte non giova nulla se uno e disgraziato.
Ora debbo dirti che io mi anno vestito con la robba di lana miadato il fucile con i viveri di riserva, il giorno dalla mia partenza non lo sò forse presto anzi io dico che tu non stare <s>grivere più aqui perchè forse vadi via e sono tutte lettere che vadono perse, voldire non starti inpaurire se parto da Verona, al fronte non civado adesso se mimettano nella sezione mitraliatrice vado a bresia e se mimettano in compagnia vado a Pescantina e forse passerò ancora un pò di giorni allì
Ieri Oricevuto la tua lettera spedita il giorno 18 e un<a> cartolina postale, in quanto a quella racomandata non la ò ancora ricevuta ne anche le cartoline allustrate spero prima di partire che veranno, io non miresta altro che salutarti saluto i tuoi genitori mio fratello e sua molia saluti il zio Giobbe tanti saluti Aldino sfacìn e tutti i compagni e tu ricevi i più cordiali saluti baciandoti tuo per sempre
Alessandro Adio
Alessandro Amaduzzi / 2° Reggimento Fanteria
Nato il 26 marzo il 1887, calzolaio a San Vittore di Cesena, muore di polmonite il 2 novembre 1918 nell’Ospedale da campo n. 0157.
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5 agosto 1917
Cara Mamma
Con molto piacere vimando questa mia per farvi sapere che mi trovo in perfetta salute e come spero di voi tutti infamiglia. Con molto piacere o ricevuto la vostra letera scritta poche [righe] del mio fratello Giacomo e sono molto contentto a sentire che Giacomo si trova a casa per 15 giorni e lui cerca di [im]boscarsi a cesena [nella fabbrica dei proietti] io ci augoro che si posa intrarci subito. si è vero che lui e piu furtunato di me ma io sono contento lo steso perche io sono giovene e lui invece a molie e figlii. che dopo a tutto se io dovesi murire in guerra e meglio io che lui. perche lui e un padre di famiglia e io in vece sono giovene. Non poso comprendere il mutivo che non mia scritto piu a lungo forsi non avra avutto il tempo o che non sapeva piu quello che mi doveva dire forsi anche lui sara come ame che quando era a casa miera gia dementicatto la vitta da Militare e la mia partenza e statta tropo dolorosa che quando mi viene in mente quei bei giorni che era a casa mi viene ancora le <l>agrime agli occhi e certo che sarra piu forte per Giacomo perche lascia i Genitori e con moglie e figlii. e bene bisogna a risegnarsi anche di questa vitta che quando sara fenito questa guerra alora staremo piu contenti esere tutti in sieme[.]
Mi avette detto che quel giorno e venutto Giacomo a casa avette preso un cocomero e era cosi buono certo che io la vrei mangiatto piu che volontieri ma indove mi trovo io non cisono altro che dei cocomeri da 280 a 305 [sono i proietti sparati dagli obici] che quando arivano quei coccomeri li si sentte bene che [sapori] anno ma quelli sono quasi tutti rosi e neri che se uno mangia una fetta di quello per una volta dopo sta bene per sempre e di quelli ne rivano sempre tutti i giorni e parechi ne mangiano per sempre quei poverini che non ritorna piu a casa a vedere la sua famiglia Vi prego di non pensare a me perche io sto bene e come spero di voi tutti in famiglia.
Vi prego di salutarmi la famiglia del mio fratello Giacomo tutti quelli che domandano dime. Vi prego da visare a Giovanni che non venga al fronte per lavorare perche lui sta bene a casa sua con voi
[…]
Aurelio Farabegoli / 299ª Compagnia Mitraglieri Fiat
Nato il 26 dicembre 1890, bracciante a Cesena, muore il 4 settembre 1917 sull’Altopiano della Bainsizza, per ferite riportate in combattimento.
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28 [settembre] 1918
Carisima Moglie
Tisgrivo queste poche righe per farti sapere cheio stò bene Ecome spero di tè e bambini e Genitori. […] Ora ti dico che miano meso nei zappatori e [se mi tengono] o fortuna e cosi non vado intri<n>cea cianderò a<n>che io ma bisogna che vada male andarci Ora caramoglie nostare pensare male stai pure alegra che io stò bene e sono sempre alegro e mifacio coracio piu di un giorno allaltro e spero che il mio San Tantonio mifacia questa grazia di venire a casa presto sano e salvo. Io dico questa preghiera. O glorioso taumaturgo che tanto amaste la bella Italia nostra guardatemi pietoso difendetemi da ogni pericolo.
Io combatto per una causa giusta per asicurare i naturali confini dell’italia mia e per stringere la mano ai miei fratelli irredenti ottenetemi forza e coragio ed aiutatemi a liberare l’anima mia dal peccato acciò se io cada compiendo il mio dovere possa avolare al Paradiso Deh parli la vostra lingua o mio caro protettore e impetri da Gesù lume al Re ai Generali agli uomini di stato e specialmente conforto rassegnazione alla mia famiglia. O santo santo potente da voi io spero di potere tornare vittorioso e sano tra le braccia dei miei cari.
Ora carigenitori state pure alegri e fatevicoraggio che vogliamo sperare di trovarsi in sieme presto io quanto dico questa prechiera pare che cisia uno che midica stai allegro sempre che tu ai dandare a casa presto sano e salvo. Ora cara mamma speriamo che sia presto questo benedetto giorno per tutti. […]
Giacomo Alessandri / 91° Reggimento Fanteria
Nato il 5 agosto 1888, muratore a San Vittore di Cesena, muore il 24 ottobre 1918 sul Massiccio del Grappa, per le ferite riportate in combattimento.