Gentili ascoltatori torniamo a parlare di Villa Ghigi e dei suoi custodi. Ed in particolare dell’attività educative e ricreative del parco strettamente connesse alla storia e alle tradizioni rurali del territorio bolognese dagli anni 40 in poi.
Il parco, lo ricordiamo è stato inaugurato nel 1975, e deve il nome alla famiglia degli ultimi proprietari della tenuta. Il prof. Alessandro Ghigi, ordinario di zoologia e poi rettore dell’Universita di Bologna negli anni ’30, naturalista e precursore delle politiche conservazionistiche nazionali, abitò la villa fino alla sua morte, avvenuta nel 1970. A lui e al padre Callisto si deve l’impianto di molti alberi ornamentali e da frutto presenti oggi nel parco. Si tratta veramente di un luogo di particolare interesse, molto frequentato dai bolognesi nelle belle giornate primaverili ed estive, come quelle che si affacciano ora, in cui la fioritura dei rusticani appare un vero spettacolo.
Gran parte delle informazioni sulla storia della tenuta sono state raccolte nel corso degli anni dalla Fondazione Villa Ghigi, grazie anche ai preziosi racconti di alcuni coloni e di altri soggetti appartenenti alle famiglie che vi lavoravano, come Gino e Luciano Cere, Luigi Ruggeri e Rosa Musini. La signora Rosa, in particolare, vive tuttora al Becco, uno dei due nuclei colonici interni al parco, e sui tetti della sua abitazione e della stalla-fienile volano ancora alcune coppie dei colombi romagnoli tanto amati da Alessandro Ghigi, appassionato allevatore di specie avicole.
Queste persone sono i custodi della memoria storica dei luoghi e degli ultimi “segreti” della tenuta. Come il pomodoro della famiglia Cere, i cui semi ancora oggi vengono conservati ogni anno per la produzione dell’anno successivo, ( perché si tratta di un pomodoro speciale, che non necessita di irrigazione; basta seminarlo e aspettare che maturi, a tutto il resto pensa la natura)
Ce ne parla Luciano Cerè
Intervista Luciano Cerè
Altro frutto particolare è quello del fico che si trova presso il Palazzetto, un piccolo frutteto che ospita giovani alberi nati a partire da materiale vegetale prelevato da esemplari tra i più vecchi della nostra regione. I fichi prodotti da questa pianta hanno la particolarità di seccarsi direttamente sulla pianta e per questo ottimi per la loro conservazione.
In questi luoghi e con l’aiuto di questi custodi della storia del parco e delle sue tradizioni, si svolge un’intensa attività didattica di educazione ambientale che ha preso il via negli anni ’80.
Nel parco si puo’ venire per una visita di poche ore, di un giorno oppure programmare più visite nell’arco delle stagioni e anche un’esperienza che dura un’intera settimana trascorrendo una notte di avventurose esplorazioni. Le attività didattiche sono rivolte alle scuole di ogni ordine e grado, dal nido alle superiori.
Di questo ce ne parla Paolo Donati della Fondazione Villa Ghigi
Intervista Paolo Donati
Vi lasciamo con un ricordo dolce di questa escursione rilassante ed educativa nel parco di Villa Ghigi e cioè con la ricetta della mostarda della signora Rosa.
Vi invito quindi a scoprire, se non lo avete mai fatto Villa Ghigi, e ad approfittare delle proposte e gli eventi, anche musicali, che si svolgono nel parco soprattutto nella bella stagione.
Fondazione Villadazione Villa
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Prima puntata
http://www.radioemiliaromagna.it/programmi/mani-questa-terra/villa-ghigi-suoi-custodi.aspx