Cari ascoltatori,
oggi siamo a Bologna, a Palazzo Albergati, per visitare la mostra “Warhol & Friends”, in corso fino al 24 febbraio. All’ingresso ci accoglie un video del curatore, Luca Beatrice, che ci introduce nella New York degli anni Ottanta, centro di energia creativa che, ancora una volta, vede protagonista Andy Wahrol. Si apre l’epoca reaganiana, il nuovo dio è Wall Street, la ricchezza va ostentata e si teorizza sull’esperienza artistica intesa come investimento economico, una forma di shopping di lusso esclusivo. Lo sa bene Jeff Koons, oggi tra gli artisti più ricchi del mondo, che nasce proprio come operatore di borsa. Lo scrittore Tom Wolfe riassume così: “Oggi New York è un carnevale che non delude mai, e lo alimenta il denaro…è una febbre come non era mai stato negli anni 60 e 70, quando era considerato volgare…oggi non si è mai abbastanza volgari”.
In questo decennio le mille luci di New York sembrano davvero brillare con più intensità. C’è Andy Wahrol, come abbiamo detto, insieme a Jean-Michel Basquiat , il primo artista di colore a divenire una star internazionale dell’arte, che amoreggia con una sconosciuta Veronica Louise Ciccone, futura Madonna. C’è Keith Haring che dichiara che “un muro è fatto per essere disegnato”. E non è un caso se proprio nel 1980 il collettivo CoLab chiama a raccolta gli artisti di quella che ancora si chiama “Graffiti Art”, poi meglio conosciuta come “Street Art”. Nel giugno di quell’anno apre “The Times Square Show”, in un ex centro massaggi nel quartiere a luci rosse a pochi isolati dal luogo simbolo di Manhattan. La vitalità e l’attivismo del mondo dell’arte ritornano l’anno dopo, esattamente nel febbraio 1981, in un’ex scuola dei Queens, il PS1, oggi sede espositiva del MoMa, con la rassegna “New York/New Wave”, una pietra miliare della cultura alternativa, che dichiara fin dal titolo il legame con la neo-avanguardia musicale. Pittura, fotografia, musica, moda, cinema, performance: 119 gli artisti presenti, un vero e proprio manifesto della cultura indipendente.
Le donne diventano protagoniste del mondo dell’arte. Un panorama eterogeneo: lavorano sulla comunicazione, sui luoghi comuni, sugli stereotipi sociali. Si pensi a Barbara Kruger, Cindy Sherman, Kiki Smith, per citarne alcune. Un focus in mostra è riservato alla coppia Patti Smith e Robert Mapplethorpe. Si conoscono a vent’anni, per caso. Per Patti Smith è il primo vero amore. Lui, che sta trovando la sua strada nella fotografia, la incoraggia, prima come poetessa poi come cantante. E nasce così la sacerdotessa del punk, l’autrice di “People have the Power”, l’icona rock femminile per eccellenza. Ma alle tante ondate di trasgressione dei primissimi anni Ottanta rispondono anche alcuni giovani artisti che ridanno slancio alla pittura. Si riprendono in mano le tele, i pennelli, i colori e nasce la pittura cosiddetta postmoderna. Julian Schnabel, David Salle, Robert Longo, conquistano il mercato. Protagonisti anche gli italiani Francesco Clemente – che collabora con Warhol e Basquiat – e Sandro Chia.
Il decennio più folgorante dell’arte americana si chiuderà tragicamente già nel 1987 con la morte di Andy Wahrol, la caduta di Wall Street, insieme al proliferare dell’AIDS. Nel 1988 muore Basquiat a soli 27 anni, poi Mapplethorpe nel 1989 e Haring nel 1990. Il loro lavoro continua ancora oggi ad alimentare il mondo dell’arte internazionale. Un decennio da riscoprire grazie alle 150 opere presenti a Palazzo Albergati. Tutte le informazioni sul sito: www.palazzoalbergati.com
Buona visita e un saluto da Carlo Tovoli