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29 Aprile 2011 | Mostre

Yasuzo Nojima

Al Fotomuseo Panini di Modena 120 splendidi scatti del grande fotografo giapponese

A cura di Marina Leonardi

29 aprile 2011

Cari ascoltatori, è una mostra decisamente da non perdere, quella di Yasuzo Nojima allestita fino al 5 giugno nelle sale del Fotomuseo Panini. Per la prima volta in Italia ecco arrivare le immagini dense, pastose, ricche di fascino di un fotografo che con la luce pare quasi dipingesse.  Centododici opere realizzate tra il 1910 e il 1953, tra ritratti, paesaggi, composizioni e nudi femminili, tutte provenienti dal Museo Nazionale di Arte Moderna di Kyoto.

Nojima (Urawa 1889 – Hayama Isshiki 1964) è una delle più importanti figure della storia della fotografia moderna giapponese. Il suo lavoro spazia dal pittorialismo degli anni venti alla fotografia moderna con influenze Bauhaus degli anni trenta per concludersi con uno sguardo volutamente astratto dalla realtà negli anni del secondo conflitto mondiale.

Il suo stile si trasformò fluidamente nel corso degli anni: la prima fase, quella degli inizi (1906-1915), è un primo tentativo di mettere in pratica attraverso la fotografia i concetti del realismo, utilizzando la gomma bicromata, un procedimento di stampa non argentico che consentiva una grande varietà di interventi manuali sulla stampa. Molto amata dai pittorialisti di tutto il mondo, questa tecnica era semplice da impiegare per chi, come il giovane Yasuzo, era avvezzo anche alla pittura. Di questo periodo in mostra troviamo alcuni splendidi lavori come Mare fangoso del 1910. Nel secondo periodo della sua carriera (1915-1923) Nojima utilizzò il linguaggio del pittorialismo: l’evoluzione verso la fotografia artistica era in parte già avvenuta e lo testimoniano i soggetti, tutti ritratti, le posture sono statiche, l’atmosfera tranquilla: la resa finale è composta ma potente. La ricerca espressiva di Nojima però non si fermò al pittorialismo, uno stile che alla fine si rivelò in contrapposizione con la modernità della sua visione. Ricordiamo che sono gli anni in cui la fotografia europea  molto influenzò quella giapponese. Erano gli anni ’30, anni di grande trasformazione e sperimentazione anche della fotografia europea. Quello tra il 1930 e il 1933 è il periodo più fertile della produzione fotografica di Nojima quello che potremmo definire il suo periodo “modernista” che ci ha regalato immagini davvero di grande suggestione, nelle nature morte e nei nudi. In entrambi i soggetti Nojima si concentra sui particolari, li isola dal contesto e li carica di una funzione totalmente simbolica e profondamente intrisa della filosofia nipponica: ritrae il particolare per dare l’idea del tutto.

Dopo il 1933 l’attività dei vari movimenti d’avanguardia venne fortemente ostacolata dal governo giapponese; successivamente molti fotografi abbandonarono ogni velleità artistica per dedicarsi al reportage. Nojima scelse di non passare al fotogiornalismo. Le immagini degli anni quaranta e cinquanta, ancora ritratti, nudi e nature morte pur non brillando dell’originalità e della forza di quelle precedenti mostrano comunque una costante ricerca di rinnovamento del linguaggio fotografico

Info: www.fotomuseo.it

Informazioni

Yasuzo Nojima – Un maestro del Sol Levante fra pittorialismo e modernismo

La mostra, curata da Filippo Maggia e Chiara Dall’Olio, è realizzata con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena in collaborazione con il Fotomuseo Panini, il National Museum of Modern Art di Kyoto e il sostegno della Japan Foundation.  

Fino al 5 giugno presso le sale del Fotomuseo Panini, in via Giardini160, dal  mart-ven ore 9-12 /15-17  sab e dom ore 11-19 Info: 059224418

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